C’è chi volge lo sguardo da un’altra parte e chi non riesce a far finta di nulla. Menomale. Ci torna in mente “La Storia” di De Gregori: “E poi ti dicono «Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera». Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera”. E non è un caso se a uscire allo scoperto sono Mauro Baldascino, Marcantonio Mottola, Mario De Michele e Marco Girone. I consiglieri comunali di centrosinistra non hanno nulla da nascondere. Dai loro armadi non sbucano scheletri. Per loro l’interesse di pochi non può prevalere su quelli della collettività. Da qui la richiesta di accesso agli atti amministrativi per vederci chiaro sulla realizzazione di impianti sportivi a ridosso del cimitero di Aversa. Una questione bollente sollevata anche da Italia Notizie con l’inchiesta “Aversa: padel nel cimitero”. Bollente perché è quanto meno strano che il centrodestra pronto ad attaccare la giunta Matacena su tutto, anche sul freddo di questi giorni, sia ancora silente su una tematica che investe il futuro di un’area a verde pubblico a quattro passi dal luogo di sepoltura. Se l’ostacolo è Elia Barbato, progettista della famiglia Tulipano, beneficiaria dell’autorizzazione concessa dall’esecutivo, lo dicano senza giochetti puerili. I cittadini ne prenderanno atto. Punto e a capo. Però chi oggi fa lo gnorri su un progetto che, ad occhio e croce, frutterà ai privati circa 1,5 milioni di euro non potrà consentirsi il lusso domani di criticare la maggioranza sulla buca in via Saporito. Gli elettori non so così scemi come pensa qualcuno, bravissimo a fare demagogia su tutto e tutti e nel contempo assente su problematiche di vero interesse generale. Ma in vista del Natale vogliamo essere buoni. Attendiamo fiduciosi anche la posizione del centrodestra sul “padel nel cimitero”. Che, ma lo sanno già tutti, presenta molte ombre sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo politico.
TUTTO NASCE NEL 2016, POI PASSAGGIO MADRE-FIGLI
L’iter burocratico è tutto un programma (tragicomico). Nel 2016 la signora Rosaria Francesca Molinaro Caridà, madre di Alessandro, Luigi e Nicola Tulipano, in qualità di locatario chiede il permesso di costruire un parco urbano con campi da calcio, calcetto e tennis su un terreno di proprietà dell’Istituto diocesano per il Clero in via Fermi, angolo via Pelliccia. La concessione viene rilasciata nel 2018. Nello stesso anno l’allora giunta targata Enrico De Cristofaro sottoscrive l’atto unilaterale per regolamentare anche l’utilizzo pubblico degli impianti sportivi. Poche ore gratis per i cittadini “normali”, la collettività. Quasi tutto il tempo per quelli “speciali”, i privati. Nel 2022 Alessandro Tulipano chiede che la licenza edilizia venga volturata alla “Tulipano S.S.D.”, di cui è il legale rappresentante. Il 5 aprile 2023 la giunta guidata da Alfonso Golia approva il nuovo schema di convenzione intestandolo alla subentrante società sportiva dilettantistica. Un atto dovuto. Infatti il progetto resta invariato. L’esecutivo non ci mette mano in attesa dell’approvazione del Puc. In quella sede l’area in questione sarebbe stata destinata a parcheggio. Almeno quelle erano le intenzioni dalla passata amministrazione. Pochi giorni dopo la deliberazione della giunta Golia, il 14 aprile 2023, il dirigente dell’area Urbanistica del comune dispone la rimozione delle opere eseguite in difformità dal titolo edilizio. Che era successo? La “Tulipano S.S.D.” aveva allestito in loco due campi di padel. Dopo l’intervento del settore Urbanistica la società smonta tutto e ripristina lo stato dei luoghi. Nel frattempo, l’8 maggio 2023, l’ing. Elia Barbato, tra parentesi responsabile della lista Farinaro Sindaco alle ultime comunali, presenta una Scia alternativa al permesso di costruire chiedendo di realizzare 4 campi di padel e 3 di tennis, al posto di quelli di calcio e calcetto. Lo scorso primo ottobre, la “Tulipano S.S.D.” viene accontentata dalla giunta Matacena su proposta dell’assessore all’Urbanistica Orlando De Cristofaro, figlio dell’ex sindaco Enrico De Cristofaro (link in basso). Ed il gioco, a padel, è fatto.
LA DISTANZA DAL CIMITERO E QUALE IDEA DI CITTÀ
Sul piano tecnico scopriremo presto, grazie alla richiesta di accesso agli atti di Baldascino, Mottola, De Michele e Girone, come stanno le cose. Balza agli occhi, non c’è nemmeno bisogno di usare il topografo, che gli impianti sportivi sorgeranno con “vista cimitero”. Dalle carte capiremo come è stata misurata la distanza dal cimitero che, non esistono deroghe al mondo, deve essere di 200 metri. Per caso la misurazione è partita dal punto centrale del luogo di sepoltura senza considerare i loculi più vicini ai campi di padel e tennis? Non solo. I servizi igienici obbligatori dove sono previsti? Sono interrati oppure qualche mente perversa pensa di autorizzare l’installazione di container a due passi dal cimitero? Ce lo diranno i documenti ufficiali. Ma il progetto, è pleonastico precisarlo, implica evidenti risvolti di natura politica, quella vera, non politicante. Al netto della parentela tra Nicola Tulipano e il consigliere di maggioranza Massimo Virgilio (sono cognati), la madre di tutte le domande è presto detta: cosa dicono i partiti, i movimenti civici, i gruppi consiliari e i singoli consiglieri, insomma tutti, nessuno escluso, sulla nascita di campi da padel e tennis di fronte al cimitero? Che posizione hanno rispetto alla destinazione d’uso di quel terreno? Mettiamola facile: che visione hanno della città? Ecco, su questo aspetto sarà difficile fare il gioco delle tre carte. Se poi qualcuno pensa di mandare in onda una versione riveduta e corretta dei Barbapapà, proiettando sugli schemi aversani la serie, anch’essa evergreen, dei Barbababà, basta dirlo. Ma sia chiaro che non tutti staranno a guardare, perché “la storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano, la storia siamo noi”.
Mario De Michele
(continua)
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