Dalla Sicilia alla Campania, si allarga la protesta contro la Accenture, il colosso dei call center in outsourcing che ha già messo in discussione il sito di Palermo dove lavorano 262 dipendenti che, da mesi, hanno messo in piedi una protesta dura contro l’intenzione aziendale di procedere con gli annunciati licenziamenti di tutta la forza lavoro a causa della perdita della commessa British Telecom. Domani, infatti, a scendere “sul piede di guerra” contro l’azienda leader dei servizi ai call center in outsourcing saranno i lavoratori del sito aziendale di Napoli che hanno annunciato un Sit-in dinanzi i cancelli dell’azienda all’Isola G3 del centro direzionale dalle 13 alle 17 per protestare contro la scelta aziendale di tenere all’oscuro lavoratori Rsa ed organizzazioni sindacali sul futuro del centro partenopeo, alla luce della forte incertezza sul rinnovo della commessa Enel. “Siamo fortemente preoccupati – afferma Massimo Taglialatela, segretario generale della Uilcom Campania, l’organizzazione di riferimento dei lavoratori – per l’assordante silenzio di Accenture che tace e non fornisce risposte certe e concrete sul destino dei 200 lavoratori del centro operativo di Napoli”. Nel capoluogo campano, infatti, Accenture impiega 200 lavoratori con i contratti atipici più disparati tra tempi determinati, somministrati, apprendisti e staff leasing e soltanto una decina di lavoratori sono assunti a tempo indeterminato. “L’80% di questi lavoratori proviene da due aziende, Imi e Xerox – spiega Taglialatela – che gestivano prima la commessa Enel. Se Enel decidesse di non assegnare più la commessa ad Accenture, rischieremmo di rileggere lo stesso tragico copione che sta andando in scena a Palermo in queste ore, dove 262 lavoratori di Accenture rischiano di rimanere senza lavoro per colpa di un’azienda che non ha coinvolto per tempo, come noi chiediamo, le OO.SS. sul piano industriale e sulle prospettive di sviluppo ed all’improvviso, a causa della perdita di una commessa importante per il sito siciliano, si è trovata costretta ad aprire lo stato di crisi. Se succedesse anche a Napoli – prosegue il segretario Uil – sarebbe una vera batosta per la città e per il settore dei call center in Campania, già colpito dalle crisi dei principali player di un mercato messo alle corde dal fenomeno delle delocalizzazioni e delle gare al massimo ribasso. Per questo – conclude Taglialatela – abbiamo chiesto alla Regione Campania di aprire immediatamente un tavolo di confronto al quale invitare anche la direzionale operativa di Enel, oltre che la stessa Accenture Napoli, per analizzare insieme tutte le possibili strade alternative”. Al Sin-in di domani aderirà anche la UilTemp, la categoria specifica che segue per la Uil l’universo dei lavoratori atipici, presenti tramite le agenzie di somministrazione lavoro in considerevole misura nel settore dei call center ed in particolar modo nel mondo dell’outsourcing.