“Il Decreto Regionale n. 97 dell’11.08.2014, a completamento della riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale da parte del Commissario straordinario alla sanità Stefano Caldoro, ha apportato ulteriori modifiche all’atto aziendale dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta”. Così il segretario generale della Cgil Funzione Pubblica di Caserta Umberto Pugliese che aggiunge: “Tale atto, stilato e approvato con delibera n. 2 del 23.03.2011 dall’allora Direttore Generale Dott. Bottino, era già stato rimandato all’Azienda per ulteriori tagli e modifiche, attuate poi dall’Avv. Sarnelli, Commissario straordinario dell’AORN fino al 30.06.2014. Spetta ora all’Avv. Luigi Muto, attuale Direttore Generale, rivisitarlo nella sua stesura definitiva e secondo i dettami del Decreto Regionale n. 97, che definisce addirittura i nomi da attribuire ad alcune UOS.

Tale, infelice, decreto, partorito da una visione, quella Regionale, priva di qualsiasi valutazione sulla qualità dell’Assistenza erogata ai cittadini e del lavoro svolto nei Servizi Ospedalieri e territoriali, caratterizzata esclusivamente da un approccio “economicistico”, impone ulteriori tagli (32 UOC e 45 UOS/UOSD) che, come ormai consuetudine, vanno a gravare sui lavoratori tutti, area Dirigenziale  ed  area  Comparto, determinando di fatto uno standard che, al pari della riduzione della spesa, produce un ulteriore peggioramento dell’assistenza sanitaria e dell’indice di salute della popolazione della provincia di Caserta. Questo si traduce in una mancata garanzia dei L.E.A.

Il Decreto regionale riduce, infatti, nuovamente il numero dei posti letto a 539, senza tenere conto della modifica commissariale regionale n. 38 del 27.05.2011 che, invece, li aumentava a 547. Appare evidente come la provincia di Caserta, che vanta circa 1.000.000 di abitanti e un’estensione territoriale seconda solo a quella della Provincia di Salerno, si veda, ancora una volta, penalizzata nell’assistenza sanitaria pubblica, stante anche la chiusura di altri presidi ospedalieri (vedi Teano e Capua ed il ridimensionamento di Maddaloni) oltre la non realizzata previsione dei 500 posti letto del Policlinico, nonostante sia protagonista di un decreto ministeriale sulla ‘terra dei fuochi’. Basti pensare come la provincia di Salerno, con i suoi 1.100.000 abitanti si veda, giustamente, riconosciuti nella sua AORN 1029 posti letto mentre Avellino, con i suoi circa 430.000 abitanti, 572 posti letto e Benevento, con circa 300.000 abitanti, ben 465 posti letto.

Non è da sottovalutare l’ulteriore aspetto negativo di questo Decreto riguardante la svalutazione e la penalizzazione cui sono sottoposti i lavoratori, in particolare le professioni sanitarie, mediche e infermieristiche.

Il piano Sarnelli, che appariva  già sbilanciato verso una gestione ospedaliera di tipo amministrativo (14 UOS attribuite allo staff di Direzione Sanitaria) piuttosto che sanitaria e assistenziale, vedrà ulteriori penalizzazioni. I 61 incarichi di UOS/UOSD  previsti dal piano dovranno infatti essere ridotti a 45 e ciò significa doverne eliminare 16, a svantaggio di personale dell’area medica che, già demotivato dall’assenza di una possibilità di carriera in senso orizzontale (vedi blocco dello scatto di anzianità  a 5 e 15 anni), si vedrà addirittura mortificato nella sua funzione, con l’evidenza che alcune Unità Operative come la Nefrologia o la Medicina Legale non vedono attribuito alcun incarico ai loro dirigenti.

Allo stesso tempo ricaduta negativa si avrà sul personale sanitario dell’area comparto, che dovrà sopportare un’ulteriore riduzione del numero programmato dei coordinamenti e delle posizioni organizzativi, i quali, tra l’altro, dovranno essere contenuti all’interno della disponibilità dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa che il governo centrale, in accordo con la Regione che ha aderito al piano di rientro dal disavanzo, ha già abbondantemente provveduto a ridurre. Alla stessa sorte sono destinati gli incarichi di natura professionale di alta specializzazione, di studio e ricerca. L’unico punto condivisibile nel piano Bottino/Sarnelli è la programmazione di una stretta attività di collaborazione con l’ASL di Caserta per il miglioramento e l’attuazione di una rete assistenziale territoriale che, in gran parte, dipende dal piano attuativo della stessa ASL”.

Pugliese conclude: “La FP Cgil attiverà tutte le iniziative necessarie per ottenere modifiche all’atto aziendale che, come detto, riduce notevolmente i livelli di assistenza sul territorio e penalizza gli operatori presenti all’interno della struttura. Sulle carenze evidenziate il sindacato, inoltre, auspica risposte positive negli incontri già programmati per l’esame con l’attuale Direttore Generale”.

 

 

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