La Squadra Mobile delle Questure di Caserta e Napoli e lo Sco hanno fermato nel Casertano il latitante Maurizio Capoluongo, elemento di spicco del clan dei Casalesi, prima della fazione Bardellino poi della fazione Zagaria, per l’omicidio di Ciro Nuvoletta, fratello minore dei boss Nuvoletta. Secondo quanto si è appreso stava programmando di partire per la Tunisia in quanto temeva le dichiarazioni rese sul suo conto dal boss pentito Antonio Iovine. Maurizio Capoluongo è stato bloccato dai poliziotti mentre era in strada ad Aversa, in provincia di Caserta. Dopo la militanza nella fazione di Antonio Bardellino, Capoluongo ha assunto un ruolo di particolare importanza nella fazione facente capo all’ex primula rossa dei Casalesi Michele Zagaria al quale ha offerto supporto logistico, con l’individuazione delle abitazioni dove si tenevano i summit di camorra e dove il boss di nascondeva. Capoluongo curava, nei minimi particolari, gli investimenti del boss, anche all’estero, e suo fratello Carmine accompagnava Zagaria nei suoi spostamenti. Grazie all’aiuto di un altro importante boss dei Casalesi, Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, uscì indenne dalla terribile faida interna avviata proprio da Francesco Schiavone “Sandokan” e da Francesco Bidognetti, Vincenzo De Falco e Mario Iovine, quest’ultimo ritenuto l’esecutore materiale dell’uccisione di Bardellino. La faida determinò l’uccisione di quasi tutti gli affiliati ai Bardellino mentre Capoluongo, grazie a Sandokan, ebbe salva la vita. I poliziotti gli hanno notificato una misura cautelare emessa su richiesta dei sostituti procuratori della Repubblica di Napoli, Cesare Sirignano, Alessandro D’Alessio e dell’aggiunto Giuseppe Borrelli, per associazione mafiosa e per l’omicidio di Ciro Nuvoletta.

 

 

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