Ennesimo dramma per la mancanza di lavoro. La disperazione è ormai lo stato d’animo che colpisce chi perde assieme all’occupazione la propria identità di umana. Era disoccupato da un anno e mezzo: ieri mattina si è impiccato nella cantina del palazzo dove abitava.

«Vi chiedo perdono: è tutta colpa mia», le poche parole lasciate in un bigliettino alla moglie e alle figlie. Un gesto terribile, pianificato. Prima di mettersi la corda al collo l’operaio edile Domenico Eredità, 50 anni, ha accompagnato a scuola le sue figlie adolescenti. Al rientro a casa, dopo aver salutato anche la moglie, casalinga, rimasta nell’appartamento, Domenico è sceso nella cantina dell’edificio e si è impiccato. Casalnuovo, rivive così il dramma del febbraio scorso, quando Eduardo De Falco, un panificatore di 43 anni, si era ucciso dopo aver ricevuto una multa di duemila euro dall’Ispettorato del lavoro per la presenza della moglie, priva di regolare contratto, nel piccolo panificio di cui era titolare.

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