L’ex senatore Sergio De Gregorio ”voleva tutto e subito anche di più”. Lo ha detto l’ex tesoriere di Forza Italia, Rocco Crimi deponendo oggi in qualità di testimone al processo per la presunta compravendita di senatori in cui sono imputati Silvio Berlusconi e Valter Lavitola. Il parlamentare, rispondendo alle domande dei pm Piscitelli e Milita, ha riferito dei finanziamenti erogati negli anni scorsi da Forza Italia a De Gregorio e che secondo l’accusa rappresentano il prezzo della corruzione perché il senatore cambiasse schieramento determinando la caduta del governo Prodi. Crimi ha parlato degli accordi politici ed economici che furono stipulati tra Forza Italia e il Movimento Italiani nel Mondo che faceva capo a De Gregorio in occasione delle elezioni amministrative del 2007. Il partito erogò in una prima fase 300mila euro e successivamente in seguito ad un accordo integrativo intercorso, come ha sottolineato il testimone, per il buon esito elettorale altri 700mila dilazionati. Per versare tali somme Crimi chiese ed ottenne il consenso del coordinatore di Fi Sandro Bondi. Rispondendo alle domande dei magistrati, l’ex tesoriere ha spiegato che del versamento delle somme parlò con Berlusconi precisando tuttavia che l’ex premier non diede alcuna indicazione né quantificò l’importo. Crimi ha anche ricordato che era prassi di Forza Italia dare contributi a partiti minori alleati. I più consistenti, tra quelli citati in aula, si riferiscono alle somme corrisposte oltre agli Italiani nel Mondo ad Azione sociale di Alessandra Mussolini e al partito di Rotondi e Caldoro. Crimi è stato tesoriere del partito dal 2002 al 2008, fino alla fondazione del Pdl in seguito alla fusione con An. Fu il responsabile per gli enti locali Balducci – ha ricordato – a parlargli nel 2007 di una trattativa in corso con De Gregorio per giungere a un accordo elettorale in vista delle amministrative. A una prima riunione, alla quale partecipò lo stesso Crimi, questi precisò che il finanziamento non poteva andare oltre i 300mila euro, a fronte di richieste assai superiori avanzate da De Gregorio. Crimi ha precisato che, nella sua qualità di tesoriere, egli tendeva sempre a ridurre l’entità delle cifre richieste nonché a dilazionare i pagamenti, per questioni di bilancio (”Dicevo ‘cercate di dare il meno possibile”’). In ogni caso, in assenza della sottoscrizione di un accordo politico, non se ne fece nulla. Quando poi l’accordo fu stipulato Crimi si rivolse allora a Bondi che diede il proprio consenso al pagamento. ”Successivamente – ha poi ricordato Crimi – mi ricontattò Balducci, disse che Italiani nel Mondo era andato bene alle elezioni: ci stiamo orientando, disse, a dare un contributo aggiuntivo”. Crimi ne parlò con Bondi, e – come sottoscritto nell’accordo integrativo – a De Gregorio furono versati da FI altri 700mila euro. I pm hanno chiesto se per gli accordi con gli altri partiti alleati veniva messa nero su bianco anche la parte economica. ”Magari ci sarà, ma non me lo ricordo”, ha detto Crimi, che ha poi risposto alle domande dei legali di Berlusconi, avvocati Michele Cerabona e Niccolò Ghedini, del difensore di Forza Italia, avvocato Bruno Larosa, e del legale di Lavitola, avvocato Marianna Febbraio. Crimi ha sottolineato di aver sempre informato Bondi oppure Berlusconi delle richieste di contributi precisando, a proposito di De Gregorio, che dal leader di FI non giunsero mai sollecitazioni. ”Diede indicazioni di cifre?”, ha chiesto Ghedini. ”No”, è stata la risposta secca di Crimi.

 

 

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