Il 40% dei giovani campani, quando convocato, non riesce a presentarsi alla fase di colloquio a causa di un preoccupante fenomeno di analfabetismo digitale: è una delle criticità evidenziate dal dossier elaborato da Nidil CGIL Napoli e Campania in collaborazione con l’istituto di Ricerche Economiche e Sociali, IRES CGIL Campania, e giovani studentesse della Facoltà di Sociologia dell’Università di Napoli Federico II che sarà presentato a inizio anno. “Dalle diverse testimonianze raccolte – commenta la segreteria Nidil CGIL Napoli e Campania – emerge, tra i giovani che hanno aderito al programma della Garanzia Giovani, un sentimento di forte insoddisfazione e delusione”. La gestione della misura, la causa principale di tale criticità. NidiL CGIL nel dossier ha raccolto numerosi vissuti: da Anna, 25 anni, laureata con alle spalle diverse esperienze lavorative, contattata dopo ben cinque mesi dall’iscrizione al programma, a Maria a cui è stato è stato detto di “perdere le speranze rispetto all’opportunità di inserimento lavorativo”. “Risposte non confortanti – continua NidIL Napoli e Campania- che evidenziano non soltanto l’incapacità dei servizi per l’impiego, sia pubblici che privati, di fare da ponte tra domanda e offerta di lavoro ma anche serie e oggettive inadempienze di carattere organizzativo e gestionale”. Al centro della denuncia di NidIL Napoli e Campania, l’iniziativa del Comune di Torre del Greco che ha annunciato di ricorrere all’impiego di 120 tirocinanti nelle funzioni più disparate (dagli informatici ai tecnici idraulici) proprio attingendo dal bacino degli iscritti alla Garanzia Giovani. “Ciò – aggiunge la categoria – a dimostrazione del fatto che, fermo restando i dubbi sull’utilità o meno della misura, possiamo affermare con certezza che essa si sta rilevando non sufficiente a dare una sferzata al mercato del lavoro in Campania e suscettibile agli abusi”. Tra le altre criticità riportate dal dossier, la discrasia tra il target della misura (circa 400mila giovani) e il numero effettivo degli iscritti (meno del 10%) e tra domanda e offerta di lavoro (7716 annunci per 11.976 opportunità sui 38.041 aderenti al programma). Altro nodo, quello dei criteri di selezione, ritenuti da Nidil troppo rigidi e che escludono coloro che hanno da poco concluso o hanno in essere rapporti di lavoro con contratti di lavoro saltuario, collaborazioni occasionali o voucher; la disorganizzazione dei centri per l’impiego che ha determinato forti ritardi nella realizzazione dei colloqui; l’assenza di un elenco delle aziende aderenti al programma o di misure in grado di incentivare la mobilità extra regionale. “E’ ridicolo – afferma NidIL- quanto riportato da seppur autorevoli testate giornalistiche in relazione al dato che faceva apparire i giovani meridionali come scarsamente propensi all’emigrazione. La verità è che i NEET spesso sono ragazzi ai margini, o dalle scarse possibilità economiche e in quanto tali impossibilitati ad un’esperienza che li conduca fuori dalle mura domestiche. Un tema questo, che va affrontato seriamente”. “Abbiamo appreso con favore la dichiarazione dell’assessore Nappi apparsa ieri sulla stampa e relativa alla stipula del protocollo con i sette atenei campani. E’ innegabile – conclude NidIL – che il programma della Garanzia Giovani funziona solo se si riesce a fare rete e a coinvolgere tutti i soggetti investiti. Necessario è però anche contrastare gli eventuali abusi. Nidil Napoli ha chiesto alla regione nei mesi passati che si attivassero strumenti per il monitoraggio e il controllo sul ricorso non genuino alle misure e agli incentivi stanziati perché la Garanzia Giovani non sia un castello di sabbia privo di prospettive ma il volano per un serio e costruttivo piano di politiche attive”.