Era a un bivio: lasciare il suo paese e accettare il programma di protezione, oppure restare a casa “sua” per continuare il percorso di cambiamento di un territorio per troppi anni nella morsa della camorra. Marcello De Rosa non ha avuto dubbi. Ha deciso di restare per continuare la sua battaglia nonostante i rischi per lui e i suoi familiari. Il sindaco di Casapesenna ha ottenuto lo “status” di testimone di giustizia. Glielo ha riconosciuto la Direzione antimafia di Napoli. Allo stesso tempo i magistrati della Dda hanno offerto a De Rosa la possibilità di “espatriare”. Andare via dalla sua terra. Accettare il programma di protezione previsto nei casi in cui chi, come il primo cittadino di Casapesenna, rischia di finire nel mirino dei clan. Ma lui ha detto “no”. Ha scelto di continuare a fare il sindaco per proseguire sul cammino della legalità e della trasparenza. Un percorso avviato da quando ha occupato la poltrona di sindaco con provvedimenti drastici e inequivocabili. In primis, l’iter per l’acquisizione al patrimonio comunale di un immobile di proprietà della famiglia di Michele Zagaria, il superboss dei Casalesi arrestato dopo 14 anni di latitanza. Poi il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla camorra. E inoltre il nuovo servizio di trasporto funebre che sottrae alle cosche il “controllo” di un settore che ha sempre fruttato tantissimo. Troppo per un Comune come Casapesenna. Troppo ma necessario per far rinascere un territorio ancora oggi segnato dal marchio dei Casalesi. Ma De Rosa sta combattendo per invertire la rotta. Per ripristinare la legalità. Per rilanciare il paese. E far ritornare Casapesenna una cittadina normale. Lo ha fatto rischiando sulla propria pelle. A fine novembre ebbe un primo avvertimento. Quattro banditi con il volto coperto fecero irruzione nella sua abitazione. Sequestrarono sei persone, tra cui la moglie e le sue due figlie, e minacciarono di morte il sindaco. Sia per questo che per aver denunciato e fatto arrestare otto estorsori, ai tempi in cui era solo imprenditore, gli inquirenti gli hanno proposto di aderire al programma di protezione. Ma il sindaco non ha tentennato. Ha detto “io non mollo, non abbandono la mia terra e i miei concittadini”. E già nei prossimi giorni la Dda predisporrà la scorta per lui e i suoi familiari. De Rosa non getta la spugna. Continuerà a essere in prima linea nella lotta per la legalità. E soprattutto per ricondurre Casapesenna sui binari della normalità. Non sarà facile, ma lui ci sta provando in tutti i modi e i primi importanti risultati già sono sotto gli occhi di tutti. In bocca al lupo, sindaco.

Mario De Michele

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