È in programma per domani questo pomeriggio alle ore 16,30 nella suggestiva sede di Palazzo Mazziotti a Caiazzo l’incontro sul tema “Identità parallele: Le arti contemporanee a Caserta negli anni ‘70”, convegno sull’identità dei luoghi e sulla loro valorizzazione attraverso le arti visive e il design. L’iniziativa rientra nel nutrito programma di eventi de “Il Palazzo Ducale e le Torri dell’Olio”, il festival delle arti contemporanee e del design in programma fino al 31 gennaio. La rassegna, approvata e finanziata dalla Regione Campania con la misura 1.9, vede in Castel Morrone un punto di riferimento importante nelle strategie di sviluppo turistico della provincia di Caserta e della Regione. Dopo i saluti del sindaco di Caiazzo Tommaso Sgueglia e del primo cittadino di Castel Morrone Pietro Riello, i lavori verranno introdotti dal direttore artistico del festival Giuseppe Coppola. A seguire, gli interventi dei critici d’arte Enzo Battarra, Ferdinando Creta ed Enzo Di Grazia, del direttore della Scuola di Specializzazione in beni storico artistici dell’Università di Siena Massimo Bignardi, del dottore di ricerca in Storia dell’arte contemporanea della Seconda Università di Napoli Luca Palermo, dell’architetto e consigliere dell’Ordine Umberto Panarella e della docente di Storia dell’arte contemporanea della Sun Gaia Salvatori. Alle 19,30 l’inaugurazione della mostra di arte contemporanea “Cene interrotte”, opere di Raffaele Bova, Crescenzo Del Vecchio, Peppe Ferraro, Gabriele Marino, Livio Marino Atellano e Paolo Ventriglia. L’esposizione sarà aperta fino al 31 gennaio. Il progetto “Cene interrotte”, curato da Enzo Battarra e Giuseppe Coppola in collaborazione con Terre Blu, coinvolge da due anni a questa parte le personalità più rappresentative degli anni Settanta a Caserta, invitate a realizzare in ceramica un lavoro incentrato sul rapporto tra cibo e arte, progettando e realizzando delle “cene filosofiche”, ideali e metaforiche tavole nelle quali l’idea della tavola genera “paesaggi” che sono cifra stilistica e culturale del territorio. Legame primitivo tra il corpo e il mondo e strumento di assimilazione di qualità fisiche e psicologiche, il cibo rappresenta infatti un elemento di estrema importanza nella storia dei popoli, nella cultura non solo materiale delle civiltà assieme agli utensili che ne declinano la preparazione e il consumo e assieme ai riti che ne fanno un momento di socializzazione. Dietro la funzione sociale del condividere la stessa mensa è possibile intravedere le tracce di un suo potere ancestrale e magico. I rituali di condivisione si apparentano a una rappresentazione e la sua assunzione diventa interiorizzazione traslando dal piano fisico a quello metafisico e filosofico. La tavola, luogo di incontro tra cibi, culture, identità, luogo di relazioni amorose, sociali, economiche, si configura così alla confluenza tra i sistemi dell’arte, dell’architettura, del design, della comunicazione e costituisce un modello teorico e culturale in grado di riprodurre e reinventare i luoghi reali e i sistemi complessi che caratterizzano la contemporaneità e la storia, i territori, le relazioni.