“Da qui, da Isernia, voglio rivolgermi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché ci garantisca ciò che lo Stato, fino a oggi, non ci ha garantito”. L’appello è di Luigi Coppola, un imprenditore campano che ha denunciato le estorsioni subite dalla camorra diventando testimone di giustizia. Oggi è stato ospite ad un incontro sulla legalità organizzato dagli studenti dell’Itis Mattei di Isernia. Coppola vive a Pompei (Napoli), con la moglie e le figlie. Non ha più alcun programma di protezione dal 2007, dall’anno in cui è terminato il processo a carico di quaranta persone che, nel 2000, aveva denunciato. Non ha un lavoro e riesce ad andare avanti solo grazie alla collaborazione della “gente perbene”. “Mattarella – ha detto Coppola a margine dell’incontro – ci sta deliziando con le sue richieste di legalità. Sta chiedendo legalità ai cittadini, dovrebbe chiederla alla istituzioni, alle parti del governo, alla politica tutta. Si faccia un esame, faccia mente locale in tutti questi anni su chi sono quelli che hanno chiesto la legalità e chi sono quelli che hanno pagato per la legalità. Nessuno del governo ha chiesto e ha pagato per la legalità. Lo abbiamo fatto invece noi, normali cittadini, imprenditori. Ci auguriamo che Mattarella ci riceva”. Coppola, infine, rivolgendosi agli studenti ha detto: “in Molise non c’è da stare tranquilli. Il paese tranquillo è il paese dove la criminalità può deporre le uova. Non abbiate paura di denunciare i criminali. Lo rifarei mille volte, nonostante la mia attuale condizione, lo rifarei perché sono un uomo libero

 

 

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