Stangata della Corte dei Conti per i componenti della maggioranza della passata amministrazione comunale. I giudici hanno notificato una maxi ingiunzione di pagamento di circa 366mila euro. L’indagine della Procura contabile, già anticipata nei mesi scorsi da Campania Notizie, sui conti consuntivi relativi al triennio 2011-2012-2013 si è conclusa con la condanna per danno erariale. La Corte dei Conti ha ritenuto fondato l’impianto accusatorio della Procura, secondo la quale nei tre anni finiti sotto osservazione è stato sforato il patto di stabilità complessivamente di 366mila euro. Sforamento non conteggiato nei consuntivi approvati dall’allora consiglio comunale. La mannaia della Corte dei Conti si è abbattuta su tutti gli amministratori che hanno ricoperto in quegli anni contemporaneamente la carica di assessore e consigliere comunale. Il criterio adottato per quantificare le somme a carico dei singoli amministratori è stato quello di far pagare ad ognuno di loro 10 volte tanto rispetto a quanto percepito come indennità di carica nel triennio 2011-2012-2013. La batosta più pesante l’ha subita l’ex sindaco Angelo Brancaccio che dovrà sborsare ben 93mila euro. Mentre Peppe Mozzillo, attuale primo cittadino, deve pagare 48mila euro, seguito a ruota da Eduardo Indaco con 42mila euro. Antonio Marrocella ed Eleonora Misso 29mila euro a testa. L’allora presidente del consiglio comunale Raffaele Capasso dovrà restituire 29mila euro. Dalle tasche di Nicola D’Ambrosio, Stefano Del Prete e Massimo Lavino usciranno invece 16mila euro cadauno, mentre Raffaele Elveri e Rosa Minichino saranno “alleggeriti” rispettivamente di 15mila e 14mila euro. Se la cava con 2mila euro Alfonso Di Giorgio. Fanalino di coda Giovanni Sorvillo con soli 900 euro, in quanto non ha partecipato alle votazioni sui consuntivi. Incredibilmente a pagare di meno è stato proprio colui che per anni ha ricoperto la carica di assessore al Bilancio. Fortuna o furbizia? Nel mirino dei giudici contabili anche il vicesegretario comunale Francesco Silvestre (10mila euro), Salvatore Del Prete, per gli amici “monsignore” (6mila euro) e l’allora tecnico esterno, ragioniere Golucci (3mila euro). Per un totale di 366mila euro per danno erariale. Un conto salatissimo.
Mario De Michele