Tutto rimandato in attesa del confronto con Rosaria Capacchione e Pina Picierno. I dissidenti del Pd casertano hanno chiesto il rinvio della riunione in programma ieri sera con le altre componenti del partito. L’incontro era stato fissato informalmente al termine del vertice di lunedì scorso nella sede di via Maielli con il segretario regionale Assunta Tartaglione, prima tappa del percorso (ancora lungo) di una possibile e tutt’altro che scontata pacificazione tra le correnti dopo mesi di durissima contrapposizione interna. Giovani turchi, Riformisti, pittelliani e area Oliviero-Picierno hanno congelato le consultazioni con il segretario provinciale Raffaele Vitale e con i suoi vecchi (Graziano-Stellato-Marino) e nuovi (Caputo-Cappello) sostenitori. I dissidenti hanno preso tempo per discutere delle prossime mosse con la senatrice Capacchione e con l’eurodeputata Picierno. Già nella serata di lunedì, poche ore dopo il faccia a faccia con la Tartaglione, i “ribelli” si sono incontrati per fare il punto della situazione. Due gli argomenti all’ordine del giorno: il documento presentato da Vitale e il metodo per la nomina della nuova segreteria. Le due questioni sono legate a doppio filo. Per i dissidenti il documento non può che essere considerato solo una “bozza” che va emendata. Peraltro non è piaciuta per nulla la scelta del segretario provinciale di presentare un documento prima del confronto con tutte le componenti. Si sarebbe proceduto partendo dalla coda perché la piattaforma politico-programmatica avrebbe dovuto rappresentare il punto finale di un eventuale accordo da sottoporre successivamente al vaglio della direzione. Sui contenuti del documento le incognite sono tante. Lo scoglio principale da superare è la linea della fermezza della Capacchione che, com’è suo costume, non è disponibile ad annacquare una posizione “dura e pura”. Nell’incontro serale di lunedì tutte le componenti hanno ribadito che non è pensabile trovare un’intesa cancellando con un tratto di penna i motivi dello scontro. Non si può far finta di nulla. Ma sicuramente c’è una maggiore disponibilità al dialogo, seppure imposta dal nuovo assetto interno con la pax tra vitaliani, caputiani e Cappello. Un’alleanza basata su grandi numeri, circa il 70% dei delegati in direzione e in assemblea. Da Giovani turchi, Riformisti, pittelliani e area Oliviero-Picierno c’è dunque un’apertura, ma non ci sarà una resa, questo è certo. Lo si capisce chiaramente dai paletti posti sulla composizione della nuova segreteria. “La nomina è una prerogativa di Vitale ma si tolga dalla mente di comandare in casa altrui”‘ è in sintesi la posizione unanime dei dissidenti. Che in altre parole vuole dire: caro Vitale, i nomi da inserire te li diamo noi. E c’è di più. C’è pochissima disponibilità anche a lasciare al segretario la “libertà” di assegnare le deleghe ai nuovi componenti dell’organismo dirigente. Insomma, il traguardo dell’unità (quella vera) non si intravede ancora. Ci sono molti chilometri da percorrere.
Mario De Michele