La Diocesi di Alife-Caiazzo chiarisce in merito alle fuorvianti ricostruzioni relative all’incidente costato la vita a due operai sul cantiere allestito presso la Basilica di Santa Maria Maggiore in Piedimonte Matese.

 

  1. Quella più volte indicata come “ordinanza di sospensione” del Comune di Piedimonte, è in realtà una semplice nota, prot. n.2698A.T.13842 del 27/10/2015, con la quale vengono richiesti taluni chiarimenti, tra l’altro già riscontrati, di tipo puramente formale che nulla hanno a che vedere con l’allestimento del cantiere ovvero la sua sicurezza;
  2. tale nota è stata assunta dal Comune fuori termine, vale a dire ben oltre i 30 giorni previsti dall’art.19, commi 3 e 6 bis, della L. n.241/1990;
  3. tale atto, diversamente da quanto più volte affermato in alcuni articoli di stampa, non è stato mai notificato al committente o al direttore dei lavori, essendo stato semplicemente spedito a mezzo del servizio postale ad una sola delle parti e soltanto il giorno prima dell’incidente;
  4. non risponde al vero che l’Impresa esecutrice  sarebbe priva dei requisiti di legge previsti per l’affidamento dei lavori; la Società “Alma service” possiede, infatti, la qualifica richiesta dalla normativa vigente – ossia l’OG2 – mentre la qualifica OS2 è richiesta unicamente per i lavori di restauro dell’apparato decorativo e del ballatoio ligneo dell’organo, interventi questi ultimi non ancora attivati essendo necessario dapprima il completamento delle opere di consolidamento statico e messa in sicurezza.

La Diocesi, dopo aver espresso i sensi del più profondo cordoglio per quanto accaduto, garantisce – come già espressamente dichiarato dal Vescovo Mons. Valentino Di Cerbo in una nota pubblicata sul portale diocesano di informazione (www.clarusonline.it) – la totale collaborazione con gli Organi inquirenti unici abilitati a ricostruire la dinamica dell’incidente e la individuazione di eventuali responsabilità.

 

 

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