“Ho fiducia negli inquirenti e sono pronto a tornare al lavoro e all’impegno quotidiano”. Lo dice Ciro Moccia, l’imprenditore della pasta ferito in un agguato lo scorso 27 novembre, mentre era in auto in compagnia del figlio, davanti la sua abitazione di Gragnano. “Sono passati quattro giorni – aggiunge Moccia – dalla sera in cui sono stato colpito da uno sconosciuto mentre tornavo a casa dopo una lunga giornata di lavoro, giorni difficili in cui ho preferito riflettere su quanto mi stava accadendo prima di dire la mia”. “Sono stato colto di sorpresa – continua il patron della Fabbrica della Pasta – e in poche ore sono finito in una vicenda che non avrei mai pensato potesse accadere a me e alla mia famiglia. Questi giorni di silenzio assoluto mi sono serviti per riflettere su tutto. Da quando mio padre è morto, nel lontano 1989, io e i miei fratelli abbiamo pensato solo a lavorare”. “Ho letto, in questi giorni – sottolinea Moccia – definizioni e commenti giornalistici, riferiti alla mia persona, nei quali non mi riconosco. Non sono il re della pasta ma un semplice artigiano che, come tanti altri imprenditori, la mattina scende a lavorare e ha provato, con ‘enormi sacrifici’, a esportare in positivo il marchio della pasta di Gragnano”. Per Ciro Moccia, “sono esclusivamente gli inquirenti, a cui va la mia più totale fiducia, a dovere chiarire gli aspetti di questa storia a cui, ancora oggi, non so dare spiegazioni. Non è nel mio stile, né nella mia storia personale, sfidare alcuno, ma vivere nel pieno rispetto della legalità e presentare denuncia, come ritengo sia doveroso per ogni cittadino per bene, quando si è verificata ogni situazione per la quale era doveroso farlo”. L’imprenditore si dice intenzionato a lasciarsi alle spalle i momenti peggiori: “è tempo di riprendere l’impegno quotidiano e soprattutto di ringraziamenti. In tanti mi sono stati vicini in questi giorni. Messaggi di solidarietà mi sono arrivati da più parti d’Italia, stima anche per il lavoro svolto in questi anni”. Moccia, infine, ringrazia le forze dell’ordine per quanto stanno facendo. “Spero – aggiunge – si possa chiarire tutto al più presto e auspico che, nel frattempo, si spengano i riflettori per poter permettere alla nostra famiglia e ai nostri collaboratori di poter riprendere il nostro lavoro in totale serenità, sapendo di poter contare sui tanti che ci sono stati vicini dal primo momento”.

 

 

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