Il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli ha assestato un altro duro colpo alle ricchezze indebitamente accumulate nel tempo dal clan dei Casalesi. Nei giorni scorsi, infatti, i militari della Guardia di Finanza hanno sottoposto a sequestro un patrimonio illecito del valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro, riconducibile a Alfonso Cacciapuoti, esponente di spicco del clan dei Casalesi – fazione Francesco Schiavone alias “Cicciariello”. Meglio conosciuto negli ambienti criminali come “capa bianca”, il Cacciapuoti, attualmente detenuto, era allevatore di bufale, prima di essere condannato a 14 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo camorristico, nell’ambito del processo “Spartacus 3”. Quest’ultima operazione prese il via nel 2008, quando a Vincenzo Schiavone, detto “o cupertone”, fu sequestrata documentazione informatica, che comprovava le attività illecite dell’organizzazione camorristica. Tra i soggetti coinvolti, oltre ai “boss” del calibro di Francesco Schiavone “Sandokan” e Antonio Iovine “o’ninno”, emergeva anche la figura di Cacciapuoti, quale capozona, fin dai tempi di Bardellino, di Grazzanise e comuni limitrofi. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha ora confermato la pericolosità sociale del medesimo soggetto, applicando allo stesso la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di tutto il patrimonio a lui direttamente e indirettamente riconducibile, consistente in 5 rapporti finanziari, 5 terreni, un’azienda bufalina con circa 200 capi di bestiame, 3 autoveicoli e un cavallo di razza. Si tratta di un’attività di servizio che si inserisce nel quadro più ampio della sistematica aggressione dei patrimoni illeciti che il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli ha sviluppato anche nel 2015 nei confronti delle locali organizzazioni criminali di stampo camorristico. Nel corso dell’annualità in via di conclusione, tale azione repressiva ha interessato circa 450 soggetti ed ha consentito di sottrarre alla criminalità organizzata napoletana e casertana beni immobili, autoveicoli, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 430 milioni di euro. Buona parte di questa ricchezza illecitamente accumulata dalla camorra, per un ammontare di circa 52 milioni, già sta rientrando nella piena disponibilità dello Stato, a seguito di provvedimenti di confisca.

 

 

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