Mentre i problemi della città restano chiusi a chiave in un cassetto la maggioranza è alle prese con una corsa sfrenata alle poltrone. Giuseppe Mozzillo si è dato da fare anche durante le festività natalizie per avviare la “fase 2” con la nomina della giunta politica. Dopo pochi mesi di mandato, i tecnici hanno già fatto il loro tempo. E ora si devono togliere dalle scatole. Il sindaco ha tenuto una serie di consultazioni (ufficiali e clandestine) con gli esponenti della maggioranza nella speranza di comporre il nuovo puzzle di governo al massimo entro metà gennaio. Ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere. Il primo riguarda l’assessore tecnico Vincenzo Giardullo. Durante l’ultimo consiglio comunale (più di un mese fa) il delegato a Finanze e Bilancio annunciò le sue dimissioni dalla giunta. Ma da allora è rimasto al suo posto. Un dietrofront dettato dal pressing di Mozzillo che vorrebbe riconfermarlo anche nel nuovo esecutivo almeno fino al via libera del Mef al bilancio di previsione approvato in assise. Ma la permanenza di Giardullo non è per nulla ben vista dai gruppi consiliari di maggioranza costretti a spartirsi una poltrona in meno. Se dovesse passare la linea del primo cittadino (non è scontato) resterebbero quattro caselle da riempire. Almeno due andranno a Progetto per Orta. Si tratta di Alfonso Di Giorgio, mozzilliano di ferro, che spinge con tutte le forze per la delega di vicesindaco, e di Rosa Minichino in quota rosa. Anche il capogruppo di Progetto per Orta Andrea Villano aveva ottime chance di indossare la casacca di assessore. Ma se Giardullo fosse riconfermato, Villano resterebbe fuori dai giochi e andrebbe a insidiare Raffaele Elveri nella corsa per la presidenza della società Acquedotti. Completamente offside l’ex assessore Nicola D’Ambrosio, che è osteggiato da Mozzillo e dai suoi seguaci. Poi c’è l’incognita Eduardo Indaco. Il presidente del consiglio comunale è orami “schifato” da tutti, a partire dalla quasi totalità dei membri maggioranza (sindaco in testa) fino agli esponenti dell’opposizione (Di Micco su tutti). Indaco sta ancora riflettendo sulle dimissioni da presidente dell’assise. Continua a non condividere per nulla le scelte del sindaco, considerato un “uomo solo al comando”. Non a caso ha chiesto, tramite Villano, la convocazione di una riunione di maggioranza per discutere su una serie di questioni amministrative tra cui il contratto con la Publiservizi. Si dimetterà? Passerà all’opposizione? Non si sa. Come sempre Indaco non sa neanche lui stesso che pesci prendere. Oltre al “caso” Giardullo, il sindaco deve superare un altro ostacolo ostico. Arturo Vislino, leader di Amici per Orta, aspira a un posto in giunta. E sgomita anche per la delega di vicesindaco che vorrebbe soffiare a Di Giorgio. Mozzillo invece spera di “sbarazzarsi” di Amici per Orta nominando un assessore donna con la “scusa” delle quote rosa (per legge l’esecutivo deve essere formato da almeno due componenti del gentil sesso). In tal caso Vislino si dovrebbe fare da parte cedendo il passo a Rosaria Autieri, prima dei non eletti di Amici per Orta. Però tutto dipende da Vislino. Mollerà? Legittimamente (è secondo eletto in assoluto) potrebbe pretendere dal sindaco di risolvere il problema delle quote rosa pescando da altre liste come per esempio Uniti per Orta cui spetta un assessore. Il capogruppo Massimo Russo sponsorizza Francesco Ragozzino. Ma potrebbe “sacrificarlo”, magari su richiesta di Mozzillo, per indicare una donna tra Giovanna Migliore, che è favorita, e Adriana Mozzillo, tra le prime delle non elette della lista Uniti per Orta. Per tenersi buono Ragozzino il primo cittadino gli potrebbe attribuire deleghe pesanti come quelle all’Ambiente e al Cimitero. Resterà sicuramente a mani vuote il Psi, rappresentato in consiglio da Antonio Russo, che assieme a Indaco è il più acerrimo nemico del sindaco. Come dicevamo la giunta sarà pronta al massimo entro il 15 gennaio. Le consultazioni continuano. Per Mozzillo nella calza della Befana ci saranno carbone o dolcetti?
Mario De Michele