Assicurava i motocicli dei propri clienti ad una tariffa sensibilmente più bassa rispetto a quella prevista dalla legge grazie alla formula della intestazione temporanea in una provincia diversa da Napoli. L’escamotage è stato scoperto dalla Polizia Stradale di Napoli che ha deferito all’autorità giudiziaria, per esercizio abusivo della professione e truffa, il titolare di una nota concessionaria napoletana con sede a Fuorigrotta. Le indagini sono partite da un incidente stradale verificatosi sulla A/56 “Tangenziale di Napoli” in cui rimase coinvolto un motociclo condotto da un giovane napoletano e sono arrivate a scoperchiare un complesso sistema illegale finalizzato a garantire il pagamento di un premio assicurativo R.C.A. ‘low cost’. La concessionaria aveva aperto una nuova sede legale in provincia di Varese, a poche centinaia di metri dal confine con la Svizzera aggirando il requisito della residenza anagrafica. In sostanza il concessionario vendeva il motociclo al cliente garantendo una polizza assicurativa “low cost” salvo formalizzare dopo qualche giorno il trasferimento di proprietà, si intestava temporaneamente i motoveicoli venduti stipulando la polizza assicurativa R.C.A. su Varese (con un costo sensibilmente ridotto rispetto a quello previsto per Napoli), sebbene il motociclo restasse nella disponibilità dell’acquirente e quindi circolante nella provincia partenopea. Il sistema messo in atto, che ha avuto inizio nel corso dello scorso anno, ha consentito al concessionario di moto l’intestazione temporanea, risultata poi “fittizia”, di ben 250 motoveicoli, garantendo così significativi proventi economici, in virtù del notevole incremento di vendite delle moto e delle polizze assicurative, la cui stipula avveniva nella sede della concessionaria di Napoli, dove i clienti pagavano il premio assicurativo pattuito direttamente con il titolare. Quest’ultimo, stornato il suo profitto, versava il residuo corrispettivo all’Agenzia assicurativa operante nella provincia di Varese. Il titolare della concessionaria è stato sanzionato, unitamente ai clienti che avevano beneficiato del “sistema” per un importo complessivo di circa 130.000 euro.

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