“Questa villa non dovrà più essere conosciuta come ‘villa Scarface’ o ‘villa Schiavone’, ma come ‘casa della liberazione. Perché a Casal di Principe le cose sono realmente cambiate”. Così il sindaco di Casal di Principe Renato Natale nel corso della cerimonia per la fine dei lavori di riqualificazione della villa edificata da Walter Schiavone, fratello del capoclan dei Casalesi Francesco Sandokan Schiavone, che diventerà un centro di riabilitazione per persone con disabilità mentale. “Ci sono voluti 23 anni, troppi, per riconsegnare questa villa alla comunità – dice Natale – anni in cui i ritardi burocratici si sono incrociati con la mia storia personale. Nel 1994 ero sindaco di Casal di Principe (rimase in carica pochi mesi prima di essere sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, ndr) quando fu emesso il primo decreto di sequestro; nel 1996, quando fu emessa la confisca, mi gettarono del letame davanti alla mia abitazione. Nel 2014, quando sono diventato sindaco per la seconda volta, la villa era ancora un cantiere; sono tornato alte volte sollecitando la fine dei lavori, perché non volevo che la gente perdesse la fiducia nelle istituzioni. Ce l’abbiamo quasi fatta, tra due mesi l’Asl inizierà a lavorare con le persone che hanno problemi, ma nel frattempo organizzeremo eventi perché i cittadini di Casale devono sapere che questo luogo è aperto a tutti”. Natale esprime poi solidarietà al sindaco del vicino comune di Cesa, Enzo Guida, che nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera di minacce in cui gli veniva intimato di smetterla “di parlare di camorra e legalità”. “Ancora con queste minacce”, dice Natale. “Siete scemi – prosegue rivolgendosi ai camorristi – le cose sono cambiate, avete sbagliato i conti”.

 

 

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