Tredici eventi, in vari punti della città e dell’area metropolitana, per lanciare la campagna sui due referendum popolari per il lavoro promossi dalla Cgil. L’iniziativa, in programma sabato mattina, è stata illustrata in conferenza stampa da Walter Schiavella, commissario della Cgil di Napoli e si svilupperà attraverso presidi nei quartieri e volantinaggi per culminare, alle ore 12 in punto, con il lancio di palloncini colorati verso il cielo. In città la Cgil sarà con i suoi gazebo a via Toledo, nei pressi della stazione della Metro 1, presente il segretario confederale Vincenzo Colla e a piazza Garibaldi, nel piazzale antistante la Stazione. Attivisti e dirigenti della confederazione saranno anche nei quartieri Sanità, Fuorigrotta, San Giovanni a Teduccio, Secondigliano e a Torre del Greco, Castellammare, Pozzuoli, Giugliano, Afragola, Nola e Pomigliano. Previste anche testimonianze da personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. “Questa battaglia referendaria – ha spiegato Schiavella – si lega in maniera stretta alla fase di concreta attuazione di una parte fondamentale del progetto di rilancio della Camera del lavoro di Napoli, che passa attraverso il decentramento organizzativo e politico della struttura. Abbiamo suddiviso il territorio in undici zone, abbiamo nominato i nuovi responsabili, abbiamo riarticolato il sistema dei servizi. Attraverso una maggiore presenza sul territorio intendiamo rafforzare la nostra attività di tutela di quella parte del mondo del lavoro che oggi facciamo fatica ad intercettare – il lavoro precario, frammentato, diffuso – e venire incontro ancor meglio ai bisogni della cittadinanza”. Schiavella ha, poi, ricordato alcuni dati: “A Napoli nel 2016 abbiamo registrato circa un milione e ottocentomila voucher, per un valore economico di 18 milioni di euro. Su questa base abbiamo fatto qualche piccola elaborazione, a partire dal peso che ha questo fenomeno a Napoli rispetto al resto della regione, che è pari al 42 per cento. Possiamo immaginare, anche sulla base di quanto affermano osservatori statistici ed istituzionali, un utilizzo su tre ore settimanali di questi voucher. Quindi un lavoratore, con i suoi 156 voucher nell’arco di un anno, percepisce un compenso lordo di 1.560 euro, pari ad un netto mensile di 97,50 euro. Questo è il lavoro che ci vorrebbero proporre. Se questa unità di misura la dividiamo per numero complessivo delle ore, otteniamo le persone coinvolte: oltre 11mila, su un totale di 230mila lavoratori dipendenti. Un fenomeno che quindi tocca il 5 per cento della forza lavoro”. “Se si tiene conto del fatto che ogni ora di voucher copre almeno un’ora di lavoro nero – ha concluso Schiavella – il peso del fenomeno va a raddoppiarsi. Con la stessa cifra che viene impegnata per i voucher si potrebbero assumere almeno 500 occupati a tempo pieno nella nostra area metropolitana, che diventerebbero il doppio calcolando anche i lavoratori a nero”.

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