E no! Non vuole proprio cambiare rotta Franco Mirabelli. Eppure in una fase scivolosa come quella precongressuale un qualsiasi altro commissario provinciale “normale” di un partito utilizzerebbe gli ingredienti della collegialità e del confronto paritario per cucinare una torta farcita con i sapori della pacificazione tra le diverse anime. Al contrario il leader pro tempore del Pd casertano non ha mai voluto imboccare la strada della coesione. La sua mission, chiara fin dal suo insediamento di oltre un anno fa, è stata sempre e comunque quella di fare gli interessi suoi e di una parte dei Democrat, nello specifico di Dario Franceschini, vedasi imposizione candidatura Velardi alle comunali di Marcianise. E del resto i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La guerra intestina tra le componenti dem scoppiata durante la gestione Vitale è stata costellata da altre violente battaglie. La tanto sbandierata ricerca di unità se l’è portata via il vento come le chiacchiere al bar. Se è pacifico che l’unico obiettivo di un commissario è la pacificazione del partito, c’è poco da discutere: Mirabelli ha fallito miseramente. Ma il senatore non ne prende atto. Persevera con sempre maggiore impudenza. A volte alla luce del sole, altre sottotraccia. Proprio come nel caso di Marcianise. Alle comunali ha sfacciatamente “ordinato” la candidatura di Velardi, in ossequio al diktat nazionale. Oggi sul tesseramento del circolo marcianisano è intervenuto a gamba tesa e a volto coperto sulla commissione provinciale per il congresso. Nella riunione fiume di ieri sera, presente anche Rosaria Capacchione, la voce tonante di Mirabelli si è fatta sentire via messaggi telefonici. Sul tavolo c’erano i 79 ricorsi di coloro ai quali è stato negato il rinnovo della tessera dal segretario cittadino Angelo Raucci. La commissione per il congresso, presieduta da Cira Napoletano, ha accolto all’unanimità 32 ricorsi. L’anagrafe dei dem di Marcianise passa quindi da 250 a 282 iscritti grazie soprattutto alla battaglia dei caputiani e degli olivierani. Sempre con votazione unanime sono stati respinti 8 ricorsi, quelli di 3 candidati e 5 rappresentati di lista schierati contro Velardi, L’altolà telefonico e perentorio di Mirabelli è scattato sui restanti 39 ricorsi. L’orientamento della commissione era più che ragionevole e all’insegna dell’unità: congelare i 39 ricorsi passando la palla agli organismi regionali. La mediazione è stata avanzata da Matteo Donisi e caldeggiata da Raffaella Zagaria. Ma è stata subito fortemente osteggiata dalla Napoletano, che messaggiava convulsamente con il commissario provinciale. Risultato? L’inaccettabile ingerenza di Mirabelli ha sortito gli effetti da lui sperati a fronte però di una grave spaccatura nella commissione per il congresso. Francesco Piccirillo, Eugenia Oliva e Francesco Di Nardo hanno votato per dare il via libera al tesseramento dei 39 ricorrenti, mentre Napoletano, Donisi (anche lui vessato dagli sms di Mirabelli), Carlo Scatozza, Domenico Iovinella e Teresa Cerchiello hanno votato contro. Al momento della votazione la Zagaria non era più presente. Se n’è andata con la Capacchione. E il saluto della senatrice non ha bisogno di commenti. Prima di abbandonare la riunione la leader dei Giovani turchi ha parlato come sempre fuori dai denti. E ha sbottato: i commissari passano, Marcianise resta. Questo, in estrema sintesi, il giudizio della leader dei Giovani turchi sull’operato dell’organismo presieduto dalla Napoletano (stasera i casi Caserta e Marcianise saranno vagliati dai vertici regionali). Nel corso della riunione di ieri sera la commissione ha escluso dall’anagrafe degli iscritti 23 tesserati al circolo di Lusciano perché hanno ottenuto la tessera grazie una persona, non meglio identificata, e non dal segretario cittadino. Sette esclusi anche ad Aversa per carenza di dati. La prossima seduta della commissione per il congresso è in programma per il 16 marzo. Ci sarà anche Mirabelli. Non si sa mai: è meglio tenere sempre la situazione sotto controllo. La fase è cruciale. Per assecondare i desiderata dei vertici nazionali e quindi assicurarsi il suo futuro politico il senatore non mollerà la presa. E continuerà a tenere in ostaggio il Pd casertano.
Mario De Michele