“La legge sui disturbi del neurosviluppo, patologie neuropsichiatriche e autismo licenziata oggi dalla Commissione Sanità è stata il frutto di un lungo e difficile lavoro. Come Movimento 5 Stelle, nonostante non fossimo tra i proponenti del testo di legge, abbiamo voluto essere presenti in sottocommissione per offrire il nostro contributo migliorativo alla proposta, soprattutto ascoltando le famiglie e le associazioni, e per proporre modifiche significative nell’interesse delle persone con autismo e delle loro famiglie”. Lo dice Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale della Campania che aggiunge “Ci siamo battuti per affermare la centralità della persona e della famiglia e il loro coinvolgimento attivo nelle scelte terapeutiche e nel loro monitoraggio – sottolinea – e per l’uniformità degli interventi terapeutico-assistenziali in tutti gli ambienti di vita, familiare, scolastico, sanitario e sociale”. “Abbiamo chiesto e ottenuto attenzione particolare anche per garantire continuità del progetto terapeutico e di vita nel passaggio dall’età evolutiva all’età adulta, cosa che oggi manca del tutto” – spiega Ciarambino – “Abbiamo inoltre sostenuto la necessità di una formazione specialistica e continua non solo nei riguardi degli operatori sanitari, ma anche della famiglia e della scuola”. “La gran parte del nostro contributo è stato accolto nel testo di legge, grazie a un lavoro condiviso dell’intera sottocommissione – evidenzia la capogruppo – nonostante permangano delle perplessità riguardo alle strutture residenziali e alla libertà di scelta terapeutica. Perplessità che si sono acuite nella seduta odierna di commissione, dove è stato cancellato il riferimento alla possibile gestione indiretta delle risorse che noi avevamo fortemente sostenuto e voluto, motivandolo con l’impossibilità normativa a prevederla nelle regioni in piano di rientro”. “La possibile gestione indiretta vuol dire garantire alle famiglie la possibilità di scegliere le migliori opportunità terapeutiche per il proprio figlio – puntualizza – prevedere l’assistenza domiciliare invece di doversi recare in centri che spesso non sono all’altezza del compito, ed è già realtà in tante altre regioni come la Sardegna”. “Alla nostra richiesta di conoscere quali fossero questi riferimenti normativi che hanno portato ad eliminare la gestione indiretta – conclude Ciarambino – ci è stato risposto che ci verranno forniti nei prossimi giorni. Per questa ed altre ragioni oggi abbiamo scelto di astenerci”.

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