Il consigliere comunale di ‘Campania libera’ di Santa Maria Capua Vetere Mariagabriella Santillo torna sulla petizione popolare organizzata contro l’apertura di un Cpr nell’ex caserma ‘Andolfato’. «In due giorni – afferma la Santillo – abbiamo raccolto circa 1200 firme. Al di là delle strumentalizzazioni di parte, ci tenevo a ringraziare la cittadinanza che ha dimostrato di essere particolarmente sensibile alla problematica. Preliminarmente vorrei chiarire che tale raccolta firme non voleva essere un tentativo di mostrare maggiore tempismo politico degli altri. Assolutamente no. É appena il caso di sottolineare che non ci siamo mai sognati di fare ‘il Salvini’ di turno. La nostra é stata un’occasione per far conoscere ai cittadini quello che sta succedendo a Santa Maria Capua Vetere. Il realismo ci impone di riconoscere una cosa: é molto alto il rischio che, anche assumendo decisioni tempestive, non si riesca ad ottenere un dietro front da parte di chi ha inserito la nostra città all’interno di un quadro nazionale. Altra cosa è il silenzio o la corsa ad intestarsi giornalisticamente il problema. Temo seriamente che la ‘Andolfato’ diventi un carcere angusto per gli immigrati e diventi un pretesto per motivare la soppressione del carcere militare. Santa Maria Capua Vetere, negli ultimi anni, é stata già privata della Commissione tributaria, della Conservatoria immobiliare, del Catasto, della Azienda tabacchi italiana, della Italtel, dell’Agenzia delle entrate, di tutte le caserme militari. Città come la nostra hanno una prospettiva di sopravvivenza solo se conservano funzioni sovracomunali e se possono contare su una classe politica che trovi consenso unanime su nuovi significativi insediamenti».

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