Il primo sciopero risale al 27 marzo scorso quando, nello stabilimento della Hitachi – ex Ansaldo – in Via Argine a Ponticelli, gli operai si mobilitano in seguito all’annuncio di 48 esuberi. Sono lavoratori Fata, controllata Leonardo, e si occupano della logistica per Hitachi, secondo il noto meccanismo delle esternalizzazioni. Dei 48, in seguito allo sciopero, Hitachi s’impegna ad assorbirne “ direttamente” – e non più tramite agenzia interinale – 30, mentre la Leonardo farà altrettanto con altri 14 lavoratori. Ne restano fuori quattro: Massimo Olivieri, Alfredo Malfi, Vincenzo Borrelli e Aniello De Lucia. Quattro lavoratori “in attesa di lavoro ”, come li ha definiti l’azienda, di cui due beneficiari della legge 104/92. Nel processo di ristrutturazione di Leonardo Finmeccanica, da una parte, e del colosso giapponese dall’altra, c’è chi di punto in bianco perde il lavoro ritrovandosi a navigare a vista. Da due giorni sono in protesta permanente ai cancelli di via Argine, dove Massimo Olivieri ci accoglie incatenato alle sbarre – “ Da qui non ce ne andremo fino a quando non avremo delle risposte. La signora – ci dice indicando la donna al suo fianco – è la moglie di uno dei cosiddetti “ sospesi ” ed ha una figlia disabile al 100%; l’altro operaio qui non c’è perché è a Genova, ha una bambina appena nata con un tumore maligno al cranio. Ma all’azienda non interessa. Ci hanno proposto di essere trasferiti a Marghera, Venezia, a centinaia di chilometri di distanza per un anno. E dopo?! Dopo non si sa. Ma non è tutto, possiamo accettare la proposta solo presentando le nostre dimissioni, dichiarando così il “ nulla a pretendere nei confronti dell’azienda ”. Gli operai non ci stanno e, ormai da due giorni, si danno il cambio incatenandosi ai cancelli della Hitachi. A dare solidarietà ai quattro e alle loro famiglie il sindacato SI Cobas che, oltre a fornire supporto logistico e legale, ha diramato un comunicato molto duro : “Dalle dichiarazioni di un sindacalista della FIM si viene a sapere che verranno assunti altri 15 lavoratori ex magazzino service e forse altri interinali. E perché allora non i quattro che sono fuori? Leonardo fa i suoi giochetti in borsa per aumentare gli utili e ingrassare i suoi azionisti. Hitachi “razionalizza” le sue attività per realizzare maggiori profitti. I sindacalisti fanno i loro intrallazzi. E quattro padri di famiglia si trovano in mezzo alla strada. Leonardo e Hitachi fatturano migliaia di milioni di euro e non possono assicurare un salario a quattro operai?”. A quanto pare, l’Hitachi sembra esser cascata male nella scelta delle teste da sacrificare. Massimo ed i suoi compagni, con mogli al seguito, sono seriamente determinati a non interrompere la protesta fino al reintegro.
Giulia Ambrosio
Luca Leva