Un caso emblematico. Un simbolo dello sciacallaggio edilizio-affaristico condotto ad Orta di Atella negli anni tragici del sacco della città. Un dramma familiare che accomuna centinaia di persone. Abbiamo dato voce a Liberato Massimo D’Arienzo perché riteniamo doveroso fargli esprimere il suo grido di dolore e disperazione davanti alle telecamere di Campania Notizie. Lo faremo anche con tutti coloro i quali vorranno denunciare attraverso la nostra testata la truffa milionaria dei famigerati porticati trasformati in abitazioni attraverso Dia (denuncia inizio attività) rilasciate e poi annullate perché illegittime. Il signor D’Arienzo e i suoi familiari a fine novembre non avranno più un tetto sotto al quale dormire. La sua casa è stata messa all’asta. Anzi quella che gli era stata venduta come casa perché in realtà nel 2011 ha scoperto che abitata da anni in un immobile abusivo in quanto destinato a porticato da utilizzare come box auto. Nella video intervista rilasciata al collega Luigi Viglione il dramma della famiglia D’Arienzo emerge con la dirompenza di un raggio di sole che acceca gli occhi. Ascoltatela per rendervi conto del disastro prodotto durante il boom edilizio da amministratori, tecnici e imprenditori famelici e insaziabili.
E in queste poche righe vogliamo rimarcare proprio il ruolo di chi ha riempito valigette di soldi sulla pelle degli acquirenti. Il “sistema”, nel caso specifico l’affare porticati, lo illustra nei minimi particolari Angelo Brancaccio, ritenuto capo della cupola politico-affaristica. L’ex sindaco ortese, dominus assoluto negli anni della cementificazione selvaggia, chiama in causa una sua vecchia e fidatissima conoscenza: Salvatore Del Prete, attuale consigliere di maggioranza dell’amministrazione Villano. Nessuno al mondo, forse nemmeno la moglie, conosce Del Prete meglio di Brancaccio. Inutile ripetere da quali legami erano legati. Chiedete in giro. Lo sanno tutti. Quindi veniamo al dunque. E vediamo cosa dice il “boss” Brancaccio sui porticati e sul ruolo di Del Prete. Citiamo l’ex sindaco di Orta di Atella perché in fatto di tangenti, affari e intrallazzi amministrativi lo riteniamo il più esperto del globo, un luminare del crimine, per cui più che attendibile. Se non lo sa lui come imbrogliare e come si è imbrogliato durante il boom edilizio allora non lo sa nessuno. Brancaccio sostiene che Del Prete, ai tempi in cui ricopriva la carica di consigliere e assessore sotto la sua gestione, ha curato decine e decine di Dia per trasformare i porticati in abitazioni abusive. Per questa opera meritoria avrebbe incassato 4mila euro a pratica, cioè a immobile. Gran bel giro di affari.
Per pararsi il didietro, rimarca sempre Brancaccio, l’attuale consigliere di Campania Libera (ancora per poco) si è “nascosto” dietro il paravento di altri due tecnici. Si tratta dell’ingegnere Vittorio Emanuele di Giugliano e dell’ingegnere Bruno Mazzadenti di Qualiano. In calce ai progetti per la trasformazione dei porticati in case ci sono decine di loro timbri. Nel caso della famiglia D’Arienzo c’è un altro elemento da sottolineare con la penna rossa. La società che vende l’immobile è la “Del Prete Costruzioni Srl” della famiglia dei cosiddetti “Aglietielli”, parenti stretti dello stesso Salvatore Del Prete. Dopo un periodo di dissidi legati proprio agli affari il consigliere di Campania Libera (ancora per poco) si è riappacificato con gli “Aglietielli”. Circola con insistenza (vi diremo di più nei prossimi articoli) la voce che si sarebbero già messi a tavolino per “programmare” una serie di cose. La storia si ripete?
Mario De Michele
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