L’imprenditore Nicola Inquieto, 44 anni di Aversa, accusato di collegamenti con il clan dei Casalesi, che secondo le accuse dei giudici della Dda di Napoli gestiva l’impero del boss Michele Zagaria, non potrà più essere detenuto nel carcere di Secondigliano, secondo il permesso rilasciato dalla Corte di Cassazione di Bucarest. Dovrà quindi lasciare l’Italia dopo il 26 maggio.
In Romania si sono ricordati che pendono dei giudizi penali a suo carico. Il prossimo 7 maggio, nell’udienza dibattimentale che si sta celebrando dinanzi al tribunale di Napoli Nord, il pubblico ministero della Dda di Napoli, Maurizio Giordano, dovrà calendarizzare le udienze per finire il processo nei tempi previsti dal  permesso concesso dalla Suprema Corte rumena.
L’imprenditore arrestato in Romania, un anno fa,  in virtù di un mandato di arresto della Procura europea Eurojust, spiccato nei suoi confronti in seguito ad un’inchiesta della Dia per associazione camorristica e sul presunto reinvestimento di capitali del boss Zagaria, venne consegnato alle autorità italiane in via temporanea. Dopo un’ulteriore proroga di sei mesi a novembre scorso, ora il termine ultimo scade tra un mese. A Pitesti la Dia sequestrò 400 appartamenti, una spa di lusso e diversi documenti bancari nel corso del blitz che in codice dal pm Catello Maresca fu chiamato “Operazione Transilvania”.
Tre i collaboratori di giustizia ascoltati dal tribunale di Napoli Nord e tra questi  anche un pentito vicino a Cosa Nostra, Fabio Lanzafame, imprenditore siracusano. Lanzafame, che è ritenuto legato a soggetti vicini al clan catanese dei Santapaola e alle cosche siracusane, ha fatto riferimento a delle attività societarie con Inquieto, a delle cessioni di crediti per il gioco delle scommesse e alcuni presunti rapporti con i clan siciliani da parte del gruppo di Zagaria.
Secondo la difesa di Inquieto, Nicola Marino e Giuseppe Stellato, invece, Lanzafame avrebbe avuto un contenzioso economico con Inquieto e per questo motivo avrebbe tirato in ballo queste accuse. A casa del fratello di Nicola, Vincenzo Inquieto, il 7 dicembre del 2011 fu arrestato proprio il boss Michele Zagaria dopo 14 anni di latitanza. Vincenzo condannato a 4 anni ha già scontato la pena ed ora è libero. Il terzo fratello, il più grande, Giuseppe Inquieto, il titolare del negozio dove la polizia cercò Zagaria prima di arrestarlo il 7 dicembre, è stato assolto recentemente dopo la richiesta di rito abbreviato proprio nell’ambito sempre dell’inchiesta ‘Transilvanià.
Secondo la Dda Giuseppe Inquieto, difeso dall’avvocato Nando Trasacco, avrebbe aiutato il boss durante la latitanza, da esperto fabbro, realizzando i bunker blindati a Casapesenna. Il pubblico ministero, Giordano chiese la pena di sei anni e 8 mesi, ma poi Inquieto senior è stato completamente assolto e libero. Non è escluso, secondo il sospetto degli investigatori, che Nicola Inquieto, appena torna a Pitesti, visto che reati contestati dal tribunale rumeno non sono gravi, potrebbe tonare completamente libero pure lui e continuare la permanenza dorata in attesa della estradizione per i reati di camorra in Italia.

 

 

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