Non siamo permeabili al complottismo. Aborriamo la cultura del sospetto. Ma nel caso di alcune scelte dell’amministrazione di Succivo ci torna in mente una celebre frase di Giulio Andreotti: “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. E sì, perché il sindaco Gianni Colella e i suoi compagni di viaggio hanno messo in fila chilometri di errori soprattutto su questioni di facile soluzione. Quando si sbaglia di grosso su questioni semplici sorgono due domande. La prima: c’è colpa? La seconda: c’è dolo? Nessuna risposta giustifica l’operato della maggioranza. Sulle scelte dolose si addensano nubi prodromiche alla pioggia di sospetti. Alza la sbarra ad un’autostrada di dubbi la decisione scellerata del team Colella di dislocare l’isola ecologica in via D’Acquisto su un’area privata di circa 500 mq per un canone di fitto di oltre 22mila euro annui.

Si dirà: e quindi? Il Comune doveva pur dotarsi di un centro di raccolta di rifiuti differenziati. Certo, ci mancherebbe altro. È cosa buona e giusta. Ma proprio le cose buone e giuste vanno fatte nel modo “buono” (corretto) e “giusto” (legittimo). Nel caso dell’isola ecologica è stato adottato un provvedimento “cattivo” (scorretto) e “ingiusto” (difforme alla legge). Ecco il perché. Il Comune di Succivo, cioè i cittadini, sborsano circa 22mila euro all’anno per l’utilizzo del terreno. Una struttura del genere di solito è operativa per almeno una decina d’anni. Moltiplicando 22mila per 10 la calcolatrice ha elaborato una serie di numeri piuttosto lunga: 220mila euro spesi per un decennio. Finora ne sono già stati versati attorno ai 40mila euro. A pagarne le spese ovviamente i contribuenti.

Come detto un “sacrificio” necessario per garantire un efficiente servizio raccolta dei rifiuti. Se non fosse che sul territorio comunale insistono diverse aree di proprietà dell’ente locale. Ne citiamo una: Torre Palomba. Ma ce ne sono altre. Quesito d’obbligo: perché la giunta Colella non ha utilizzato un terreno pubblico, quindi a costo zero per le casse comunali? Si chiama danno erariale. C’è colpa o dolo? Di male in peggio.

La folata del sospetto avvolge anche la fissazione del prezzo per fittare l’area. Per circa 500 mq di terreno non sono un po’ troppi più di 2mila euro al mese? Abbiamo fatto in proprio una veloce indagine di mercato e abbiamo trovato in due minuti terreni anche più vasti a cifre molto più basse. Un’altra domanda spontanea: perché rischiare una indigesta “sfogliatella” della Corte dei Conti? Oltre a fare un danno erariale, che si riflette sui cittadini, gli amministratori potrebbero essere destinatari di una richiesta di risarcimento dai giudici contabili.

Che la vicenda puzzi di bruciato lo si capisce subito quando spunta un nome illustre, quello di Michele Aletta. Uomo forzuto che non ha bisogno di presentazioni. La fama lo precede. È il cognato del vicesindaco Salvatore Papa. Fu arrestato il 15 settembre 2015. A quei tempi era dirigente del Comprensorio Atellano, (squadra di calcio di Promozione. Finisce in cella assieme ad altre 43 persone nell’inchiesta della Dda contro la fazione del clan dei Casalesi capeggiata da Peppe ‘o Padrino.

Secondo il gip che firmò il suo arresto, “Michele Aletta partecipava al sodalizio camorristico quale esponente di riferimento per la zona di Orta di Atella e Succivo, nella specie di esecutore di estorsioni ed intimidazioni ai danni di imprenditori della zona ed addetto ai traffici di sostanze stupefacenti”. Un picchiatore spietato considerato il braccio operativo del gruppo guidato dai coniugi Salvatore Mundo ‘o Mister e Maria Grazia Lucariello, sorella del pentito Orlando Lucariello. Basta chiedere al primo cliente che capita di un qualsiasi bar di Orta o Succivo. I 44 indagati erano coinvolti nella gestione di slot machine e videopoker. Furono sequestrate cinque società per un valore di 20 milioni di euro.

Aletta fu scarcerato il 18 ottobre 2017. Poco dopo, sarà un caso, viene aperta l’isola ecologica. E il “fu detenuto”, cognato del vicesindaco Papa, riceve un bel regalo di benvenuto. Diviene, in qualità di lavoratore socialmente utile, l’addetto del centro per la raccolta dei rifiuti differenziati. Qualcuno lo definisce il padrone dell’isola ecologica. Ma sicuramente sono illazioni infondate e infamanti. Uno mite come Aletta non userebbe mai toni e modi scomposti del tipo: “Qui comando io!!!”. Come lsu il parente stretto del vicesindaco Papa è il recordman di integrazione salariale: oltre alla paga base percepisce 600 euro al mese in più, pagati dal Comune, cioè sempre dai cittadini. Piccola postilla. Fino all’arresto praticamente nessuno sapeva, nemmeno negli uffici comunali, che Aletta fosse un lsu. Mai visto al lavoro.

Va detto che il cognato di Papa il 27 febbraio 2019 è stato Assolto. Va anche ricordato che il pm Fabrizio Vanorio, che in primo grado aveva chiesto 12 anni di reclusione, ha presentato appello. Innocente fino a prova contraria. Ma ancora coinvolto nel procedimento per camorra. Combustibile che alimenta la fiamma della diffidenza. Non c’è nessun altro lsu che potrebbe occuparsi dell’isola ecologica? A proposito: Aletta è operatore ecologico? In caso contrario sarebbe l’uomo sbagliato al posto sbagliato anche per questo. E ancora: la struttura è a norma? Per essere più precisi: sono installati idranti e misure antincendio? Ci sono rampe di accesso? È munita di tutte le misure di sicurezza previste dal decreto legislativo 152 del 2006?

Un ultimo cruciale interrogativo: per caso una parte dei 22mila euro di canone di locale dei terreni destinati all’isola ecologica finisce nelle tasche dei parenti di qualche Pontefice? Saremo pure anticlericali ma a volte a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

Mario De Michele

 

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