Il secondo degli indagati sullo scandalo corruttivo, che ha investito il comune di Sant’Anastasia e che ha portato, tra gli altri, all’arresto dell’ex sindaco Raffaele Abete, a comparire volontariamente davanti ai pm Luca Pisciotta e Antonella Vitagliano, dopo l’ex consigliere comunale Pasquale Iorio, già dal dicembre scorso ai domiciliari, è stato l’imprenditore titolare della Agenzia Selezioni e Concorsi, Antonio Montuori, difeso dagli avvocati Vincenzo Desiderio e Antimo D’Alterio. Da quanto si apprende Montuori avrebbe confermato tutte le risultanze delle indagini. Per il momento l’imprenditore, colui che materialmente truccava le prove concorsuali, resta in carcere così come l’ex sindaco Abete e l’ex segretario comunale Lombardi. Mentre in Procura ancora si continuano a sentire altre vittime della concorsopoli in salsa Napoletana, Montuori avrebbe raccontato ai pm anche le modalità utilizzate per alterare i risultati delle prove. I pm gli hanno chiesto nomi, circostanze, luoghi, modalità e lui avrebbe risposto ad ogni cosa, negando però di aver preso soldi per modificare le graduatorie facendo risultare primi alcuni candidati rispetto ad altri. Avrebbe ammesso di aver taroccato le prove ma solo per accreditarsi ulteriormente per aggiudicarsi altri servizi offerti dalla sua agenzia. Come si evince dai documenti la società di Montuori ha già riscosso il compenso per il lavoro svolto dall’agenzia, che ammonta a quasi 16mila euro, ma l’imprenditore ha negato di aver percepito altre somme.

 

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