Colpo di scena stamattina nell’udienza in Corte d’Assise al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo per il duplice omicidio di Nicola Baldascini, figlio di Vittorio, detto ‘o Jack, e di Antonio Pompa, avvenuto nella faida di camorre tra il gruppo Bidognetti e quello degli scissionisti, guidato da Salvatore “Carusiello” Cantiello. Il pentito Raffaele Bidognetti, figlio di Francesco “Cicciotto ‘e mezzanotte”, ha revocato l’incarico ai suoi legali (iscritti nell’albo dei difensori dei collaboratori di giustizia) e nominandone altri pur ribadendo alla Corte la volontà di continuare a collaborare con la magistratura.

Durante l’udienza Francesco Bidognetti si è collegato in videoconferenza per deporre al processo che vede come unico imputato proprio Giuseppe Setola. La compagna del capoclan, Anna Carrino, è stata già giudicata. Bidognetti jr ha confermato quanto ha dichiarato agli inquirenti, spiegando il clima in cui avvenne il delitto: “L’omicidio, che si colloca nella faida, ha un antefatto consistito in un litigio tra me e Nicola Baldascini. Conoscevo Baldascini come persona vicina a Luigi Diana che, dopo essere stato a lungo vicino a mio padre, si era allontanato e si era avvicinato agli Schiavone: era uno scissionista. Ricordo che mi trovavo a Casal di Principe ed ero appena uscito dal sarto quando fui avvicinato da Baldascini che, in modo arrogante, si rivolse a me dicendo che non dovevo parlare male di Luigi Diana. Io gli risposi che non sapevo nulla. Decisi di vendicarmi e mi armai di un fucile a pompa e il giorno dopo del litigio mi portai presso l’abitazione di Nicola Baldascini ed esplosi un colpo verso di essa. Baldascini rispose esplodendo contro di me con un Uzi. Nessuno rimase ferito”. Nelle sue dichiarazioni Raffaele Bidognetti ha tirato in ballo anche suo fratello Aniello con il quale “ho svolto il ruolo di organizzatore” del duplice delitto. Un elemento molto importante però è emerso nelle dichiarazioni del pentito: tra gli organizzatori dell’assassinio e gli esecutori materiali ci sarebbe stato anche Setola.

Il duplice omicidio si consumò nell’ottobre del 1997 a Casal di Principe e fu decretato in carcere dal boss Cicciotto ‘e Mezzanotte. Secondo la ricostruzione della Dda, l’ordine di morte consumato nell’ottobre del 1997 fu decretato in carcere dal capoclan Cicciotto ‘e mezzanotte, durante un colloquio con la sua compagna Anna Carrino. Fu la donna poi a riportare a Giuseppe Setola quanto deciso e quest’ultimo eseguì l’omicidio sparando ai due con una pistola 9X21. Il movente del duplice delitto di camorra è da ricercarsi nell’appartenenza di Baldascini al gruppo Cantiello-Tavoletta, che aveva promosso una scissione all’interno del clan Bidognetti. L’omicidio, infatti, maturò dopo che dalla fazione rivale venne posto in essere un attentato nei confronti dello stesso Setola e di Aniello Bidognetti. Il processo riprenderà all’inizio di aprile quando sono in programma le discussioni del pm della Dda e del difensore di Setola, l’avvocato Paolo Di Furia.

 

 

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