All’esito di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, il Gip del Tribunale di Napoli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, eseguita dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, nei confronti di 8 indagati per traffico internazionale di tabacchi lavorati esteri. L’inchiesta, durata diversi mesi, ha condotto all’identificazione dei componenti dell’organizzazione, operante su scala internazionale, delle società utilizzate per l’importazione, del meccanismo di dissimulazione dei carichi mediante documentazione commerciale fittizia e merce di copertura, nonché dei metodi di pagamento della merce. I carichi di sigarette di contrabbando, provenienti da Dubai, sono giunti nel porto di Napoli tramite navi porta container. Tra l’ottobre del 2016 e il dicembre del 2017, si è proceduto al sequestro di due container all’interno del porto di Napoli, per complessive 18 tonnellate di sigarette di contrabbando, nonché alla ricostruzione di almeno un’altra importazione andata a buon fine. Nonostante le importazioni siano state oggetto di intermediazione con l’intervento di soggetti residenti in Spagna e negli Emirati Arabi, la cabina di regia dell’associazione era a Napoli, nel quartiere Secondigliano, da sempre roccaforte del clan Di Lauro. Per una delle persone arrestate è stata riconosciuta la speciale aggravante dell’aver favorito il clan. Con il provvedimento emesso dal Gip di Napoli è stato altresì disposto il sequestro preventivo, di due società italiane, utilizzate per l’importazione dei carichi di sigarette di contrabbando, mediante la dissimulazione del reale contenuto della spedizione con merce di copertura e l’impiego di documentazione indicativa di fittizi rapporti commerciali con ditte estere. Per i due soggetti residenti in Spagna sono stati emessi appositi mandati di arresto europeo e il paese iberico ha già comunicato l’arresto di uno dei due soggetti, mentre sono ancora in corso le ricerche del secondo destinatario della misura. Per il soggetto residente negli Emirati Arabi Uniti è in fase di formalizzazione una richiesta di arresto provvisorio in vista di una successiva domanda di estradizione.

 

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