Il governo ”ha rinviato a futura memoria la giusta proposta proveniente da autorevoli ministri e dalla sua stessa maggioranza di una tassa sul fumo in sostituzione dell’inasprimento del ticket sulle prestazioni sanitarie”.
Lo afferma il sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, dopo il rinvio del tavolo di confronto regioni-governo alla fine di agosto, sottolineando come l’esecutivo, in sostanza, ”preferisce aumentare gli elementi di iniquita’ sociale taglieggiando la esigibilita’ di un diritto costituzionalmente garantito, quale il diritto alla salute”. Questo, afferma il sindacato, ”piuttosto che intervenire su stili di vita che producono morti, malattie e costi sanitari esorbitanti. Meglio trasferire i costi della sanita’ su tutti i cittadini tassando di 10 euro ogni richiesta di prestazione, che chiedere – prosegue l’Anaao – una compartecipazione di 34 euro l’anno solo a chi una parte non marginale di tali costi produce”. Secondo il sindacato medico, se ”non ci sono le condizioni per intervenire in questa materia, si trovano sempre i momenti e le condizioni per tagliare la Sanita’ e mettere le mani in tasca dei Medici e dei cittadini”. Le Regioni ”con le spalle al muro – rileva quindi il sindacato – studiano non solo le modalita’ di modulazione della nuova tassa, ma anche discutibili provvedimenti di estensione a tutte le attivita’ sanitarie con il rischio di imitare il governo andando a tosare i soli noti, e cioe’ i medici dipendenti”. ”Un Paese civile – conclude l’Anaao – dovrebbe essere sempre in grado di darsi una scala di priorita’, ma aumentano le preoccupazioni per il futuro se nel nostro Paese la sanita’ viene dopo il monopolio e la salute dopo il fumo, con i Medici dipendenti del SSN nel ruolo di bersagli preferiti di chiunque voglia fare cassa”.