Non esce dalle sabbie mobili l’amministrazione comunale di Orta di Atella. A tre mesi dal voto la giunta è ancora monca. Restano vuote due caselle del mosaico dell’esecutivo. In carica, oltre al sindaco Vincenzo Gaudino, il suo vice Vincenzo Tosti, Marilena Belardo e Pasquale Del Prete. A conti fatti non ha avuto rappresentanza il trio formato da Gianfranco Piccirillo, Espedito Ziello e Mario Vozza. I tre moschettieri sono l’anima politica del gruppo Democratici e Riformisti, che ha eletto ben 5 consiglieri. Non si capisce perché Gaudino abbia preso le distanze dal trio dopo aver beneficiato di un pieno appoggio in campagna elettorale. Oltre ad essere incomprensibile, l’atteggiamento del primo cittadino è anche biasimevole perché condito da una forte dose di irriconoscenza. Non solo. Il quadro di governo non rappresenta l’esito elettorale. Si pone una questione politica ma anche democratica. In sostanza, pur essendo la forza più nutrita, i Democratici e Riformisti sono stati spianati da Gaudino e dalle altre due componenti della maggioranza, Città Visibile e Orta in Movimento. E come se non bastasse il recinto della marginalità nel quale sono stati ridotti Piccirillo, Ziello e Vozza, i tre devono subire anche la reprimenda del senatore Fabio Di Micco. L’ex esponente dei 5 Stelle ha pubblicato un post per dire a gran voce che è giunto “il momento di completare la giunta”.
“La vittoria alle elezioni amministrative del fronte progressista di centro sinistra – ha scritto Di Micco – è stato un segnale di speranza per la nostra comunità che ha ricominciato a guardare al futuro confidando nella visione politica che abbiamo proposto come modello virtuoso, in contrapposizione ad una politica speculativa che ci aveva portato per ben due volte al commissariamento. Una vittoria determinata anche dal coraggio di intraprendere un percorso civico, scevro da usuali strategie politiche votate al poltronismo e ad alleanze malleabili o estendibili, per favorire giochi di potere”. Prima bordata a Piccirillo, Ziello e Vozza. “Per il rispetto dovuto ai cittadini ortesi non sono giustificabili ulteriori ritardi, men che meno se l’impasse fosse riconducibile a logiche extraconsiliari”. Seconda bordata ai tre moschettieri. L’intervento di Di Micco tende a farlo apparire come il padre nobile della coalizione. Mentre Piccirillo, Ziello e Vozza sono “brutti, sporchi e cattivi”, per citare Scola. In tutta onestà il post del senatore Di Micco è soprattutto indigesto. Lui si è portato a casa il presidente del consiglio (Antonio Carbisiero), gli altri sono rimasti a mani vuote. Chiamalo fesso.
Mario De Michele