Esonerato? No, prima sospeso, poi licenziato. E la differenza non e’ poca: significa pagare o non pagare un ingaggio per quello che resta di questo campionato e anche per quello prossimo. Tutto questo proprio mentre impazza la polemica sull’articolo 18. Ma qui si parla di lavoratori speciali: sia per le cifre, sia per la fama.
E ad essere finito nel mirino di Massimo Cellino e’ Davide Ballardini, fatto fuori dal presidente del Cagliari una settimana e mezzo fa, due giorni dopo il 6 a 3 rimediato dai rossoblu’ al San Paolo contro il Napoli. Una batosta che sino a pochi giorni fa veniva ritenuta la principale ragione dell’allontanamento del tecnico protagonista nel 2007 di una storica rimonta salvezza proprio sulla panchina del Cagliari. Ma evidentemente cosi’ non e’: c’e’, secondo la societa’ Cagliari calcio una ”giusta causa” di licenziamento. La notizia e’ venuta fuori questa mattina da un quotidiano locale quando ormai sembrava che la buriana, dopo il ritorno di Ficcadenti e la secca vittoria scacciacrisi contro il Cesena, fosse passata. Le motivazioni – per il momento sconosciute visto che non ne vogliono parlare ne’ il tecnico ne’ la societa’ – sono tutte nel documento depositato lo scorso 16 marzo all’Ufficio territoriale del Lavoro. Un atto che sembrava una controversia come le altre, e invece riguardava un dipendente speciale, proprio Davide Ballardini, arrivato a Cagliari a novembre dopo l’esonero di Ficcadenti, subentrato a sua volta alla vigilia del campionato a Donadoni. Giusta causa? La partita non e’ certo finita e ha tutta l’aria di finire ai supplementari se non ai rigori. Magari a oltranza. A cominciare dal probabile, quasi certo, ricorso del tecnico ravennate. Il presidente Cellino, che con i suoi mister comincia bene, ma finisce spesso e volentieri male, non si scompone: ”Sinceramente – ha detto all’Ansa- non so nemmeno la procedura adottata con Ballardini, ma il licenziamento per giusta causa per me non e’ una novita’: l’ho gia’ fatto con Sonetti”. Il match sembra destinato a continuare al Tribunale del lavoro, ma il massimo dirigente rossoblu’ pensa ad altro. ”Comunque – ha spiegato- a me di Ballardini non importa niente, figuriamoci se penso a lui ora: siamo praticamente senza stadio, in emergenza perenne”. Gia’ Sonetti. Prima amore, poi divorzio. Ma anche con Donadoni c’era stato recentemente qualche problema. Primo per alcune battute, contestate dalla societa’ perche’ non autorizzate, rilasciate dal tecnico bergamasco alla stampa qualche settimana dopo l’esonero. Poi era saltata fuori anche la storia del telefonino spento o irraggiungibile, smentita da Donadoni, al momento dell’esonero di Ficcadenti quando l’ex ct della Nazionale era ancora tesserato e quindi, in teoria, riarruolabile per il ritorno in Sardegna. Problemi superati comunque perche’, dopo la firma del contratto con il Parma, Donadoni non e’ piu’ un dipendente del Cagliari. Storie che piu’ o meno si ripetono. E destini che si intrecciano. Marco Giampaolo, nella stagione 2007-2008 era l’allenatore del Cagliari. A novembre fu esonerato e sostituito da Nedo Sonetti (citato giustappunto oggi da Cellino). Che pero’, con il Cagliari che andava malissimo, non duro’ a lungo. Giampaolo era ancora nel libro paga. E Cellino lo chiamo’. Ottenendo pero’ un rifiuto che fece storia. E che significava rinuncia all’ingaggio. E al suo posto chi arrivo’? Davide Ballardini, proprio il protagonista dell’ultima telenovela panchinara di Cellino.