Una nota di quattro pagine inoltrata all’allora procuratore di Napoli Agostino Cordova. Porta la data del 19 luglio 1998 e sarebbe all’origine, o forse una concausa, dell’astio che avrebbe mosso l’ex capo della squadra mobile Vittorio Pisani a svolgere una indagine segreta sul conto dell’ex pm Giuseppe Narducci per accusarlo di far uso di stupefacenti.

E’ stato lo stesso Narducci, attuale assessore comunale alla Sicurezza, a fare riferimento a questo documento quando si e’ recato nei giorni scorsi in procura dopo aver appreso delle dichiarazioni del pentito Salvatore lo Russo, il quale ha rivelato in un interrogatorio alla Dda che negli anni scorsi Pisani si era rivolto a lui per raccogliere informazioni sul conto dell’ex pubblico ministero. Narducci aveva spiegato di aver subito nel corso degli anni numerosi tentativi di infangare la sua immagine di magistrato e aveva messo in relazione questi episodi con le delicate indagini da lui condotte negli anni Novanta sulle collusioni tra camorra e funzionari e agenti di polizia. Per quanto riguarda invece la presunta iniziativa di Pisani, Narducci ha sostenuto ieri che ”e” fatto notorio a Napoli”, che da 15-20 anni era considerato da Pisani foriero di molte sue disavventure. Il documento che potrebbe aver determinato rancore da parte del funzionario di polizia, avendo tra l’altro provocato all’epoca il trasferimento daNapoli, consiste in una nota inoltrata nel ’98 da Narducci al procuratore della Repubblica in cui il magistrato revocava alla squadra mobile la delega a indagare su un omicidio. Cio’ in seguito all’intercettazione di una telefonata intercorsa tra Pisani, all’epoca dirigente della sezione omicidi della Mobile, e un camorrista latitante del clan Giuliano al quale il poliziotto chiese poi informazioni su un delitto avvenuto da poco tempo. Dopo l’omicidio di un esponente della famiglia malavitosa del rione Forcella, Guglielmo Giuliano, il 17 luglio, infatti telefono’ al funzionario di cui sarebbe stato confidente. Sono diversi i punti individuati da Narducci che, senza considerare i profili penali (il fascicolo fu archiviato dopo che era stata disposta dal gip una imputazione coatta di Pisani), indussero il magistrato ad affermare che ”la condotta del funzionario di polizia Š di eccezionale gravita”’. In primo luogo il fatto ”che Pisani conversa con un latitante e mostra di non avere notizie sul luogo in cui si trova per permetterne la cattura” e che non ha attivato ”azioni finalizzate alla cattura benche’ queste potessero essere agevolate in ragione dei contatti telefonici”. Pisani inoltre ”dimostra di avere assoluta condiscendenza nei confronti dell’interlocutore, tanto da non replicare in alcun modo allorche’ Giuliano manifesta avversione nei miei confronti sino al punto di affermare che sarebbe contento di essere accusato di un omicidio ai miei danni”.

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