CASERTA – Non si può privare la cittadinanza di un servizio essenziale come il trasporto pubblico, perché quello della mobilità è un diritto che non può essere negato”. Si è espressa così Camilla Bernabei, Segretaria Provinciale della Camera di Lavoro di Caserta, a proposito della drammatica situazione che si è venuta a creare nella giornata di ieri per i lavoratori dell’ACMS.
“Quello che sta accadendo oggi, se pur ingiustificato, è il naturale sbocco della lentezza della macchina amministrativa della Provincia e della Regione che dovevano prevenire un tale drammatico epilogo sia per la città sia per i lavoratori di quest’azienda”. Natale Colombo, segretario generale provinciale della Filt Cgil, a sua volta, dopo l’annuncio ufficiale del fallimento dell’azienda, comunicato da Giampiero Schioppa, giudice del tribunale fallimentare di Santa Maria Capua Vetere, ha evidenziato la necessità di un tavolo di confronto in Prefettura – chiesto dalle segreterie confederali Cgil Cisl e Uil unitamente alle segreterie unitarie dei trasporti – con i tre soggetti fondamentali per una trattativa di certo difficile, come il Comune, la Provincia e la Regione, mirata alla salvaguardia di un diritto fondamentale, leso finora da una gestione che è stata poco coerente con le esigenze del territorio. Per la Cgil, quindi, occorre proiettare le intenzioni comuni verso un unico vettore, come avveniva con l’ACMS, per continuare a tenere legati i tre contratti che regolano i trasporti pubblici dei territori urbani, extraurbani, provinciali e regionali, allontanando la possibilità di uno smantellamento con conseguente smembramento del servizio di trasporto pubblico. Era, dunque, un’eventualità annunciata quella del fallimento dell’ACMS, alla quale non è stato possibile far fronte, poiché non bisognava lasciar scivolare gli eventi verso le estreme conseguenze che hanno portato i lavoratori a sospendere tutte le corse e ad incamminarsi in iniziative di lotte estreme e incontrollabili. Bisognava intervenire almeno quando il 21 febbraio il Commissario Straordinario, dottoressa Silvestri, aveva depositato l’istanza di conversione del commissariamento dell’azienda in fallimento.