CASERTA -.Il fallimento della ACMS è lo specchio del fallimento della politica e delle istituzioni nella gestione dei servizi pubblici di questo territorio e in Campania. Per anni la CISL di Caserta ha posto al centro dell’attenzione la necessità che la politica facesse un passo indietro e si ritirasse dalla gestione diretta delle aziende di servizi, ridotte a luogo di sistemazione di politici falliti, a cassa di compensazione di carriere politiche fallite, a luogo di scarico delle eccedenze politiche o a posti in cui sistemare “amici meritevoli e fidati”.
Una gestione di tal fatta non poteva che generare sprechi, inefficienze,diseconomie, ruberie, regolarmente pagate dai cittadini in termini di maggiore tassazione e di minore qualità del servizio. Ora, di fronte al fallimento plateale della sua gestione diretta, la politica e le istituzioni si apprestano a continuare e perpetuare i propri interessi semmai nascondendosi dietro la solenne proclamazione dell’ affidamento a privati del servizio pubblico. Di fronte a quello che è successo e che è sotto gli occhi di tutti, la CISL di Caserta vigilerà attentamente affinché non passi la logica del Gattopardo, cara alla politica, che è quella che “tutto cambi affinché nulla cambi davvero”. Del resto le ultimissime vicende che hanno travolto la Lega, a pochi giorni da un ennesimo scandalo che ha interessato la ex Margherita, sono lì a dimostrare che la cosiddetta Seconda Repubblica sta franando in maniera molto simile alla Prima. Semmai si può solo rilevare che Tangentopoli rivelò un sistema illegale di finanziamento ai partiti, fatto di corruzione e concussione, nel quale vi fu anche l’arricchimento privato; stavolta, invece, dentro un sistema legale seppur assurdo di finanziamento alla politica, ingenti somme sono stornate a fini privati. Resta il fatto che mentre ai cittadini si chiedono sacrifici enormi, dalla riforma delle pensioni all’introduzione dell’IMU, dall’aumento indiscriminato dei prezzi dei carburanti a quello della tassazione locale, la politica non ha ridotto i suoi costi, non ha tagliato i suoi privilegi, e soprattutto non ha smesso di considerare ciò che è pubblico come affare privato. In un territorio come il nostro in cui la crisi in corso ha esponenzialmente aggravato una condizione economica, produttiva, occupazionale e sociale già drammatica e che ora rischia di diventare esplosiva, ciò è ancora più insopportabile e rischia di alimentare proteste incontrollabili, oltre che di tracimare nel qualunquismo e nell’anti-politica la cui crescita è ormai segnalata in tutti i sondaggi. In questo territorio, come più volte la CISL ha denunciato, tutti i dati negativi che vengono censiti in campo nazionale sono moltiplicati: il 10% di disoccupati da noi sono oltre il 37%; la disoccupazione giovanile in alcune zone della nostra provincia supera il 50% e quella femminile il 60%. La carenza di servizi a tutti i livelli mette le donne in condizione di non poster lavorare e aggrava i lavoratori in genere di un costo del 30% in più dei loro colleghi di altre parti del Paese. Di fronte a tutto questo la CISL di Caserta non starà a guardare: noi vogliamo una svolta vera nel campo dei servizi pubblici, a cominciare da quello del trasporto, una svolta che dovrà interessare questo settore non solo a Caserta, ma nell’intera realtà regionale. Parlare genericamente di affidamento ai privati non serve a niente: basti guardare ai rifiuti passati alle gestioni provinciali dietro le quali non è difficile scorgere la mano lunga della politica e anche quella della camorra. Per quanto riguarda il trasporto la posizione della CISL è netta e chiara: da un lato giudichiamo positivamente l’Accordo raggiunto in sede di Giunta regionale in materia di gestione della fase di fallimento dell’ACMS attraverso l’attivazione di procedure che garantiscono il reddito dei lavoratori e di quelle relative all’affidamento temporaneo del servizio. Ma dall’altro la CISL di Caserta, unitamente alla CISL regionale, è convinta che vada rivisto interamente tutto il settore del Trasporto Pubblico Locale della Campania, che presenta notevoli criticità in tutte le province. In questo senso la CISL pensa ad una vera privatizzazione della gestione dei servizi, dentro un processo rinnovato che affidi alla politica solo la determinazione degli obiettivi e poteri di controllo e di verifica. Per evitare che dietro l’affidamento a privati si nasconda la perpetuazione delle attuali logiche di intromissione della politica e che si allunghi la mano della camorra nella gestione del servizio, la CISL sostiene con forza la necessità di lavorare, da qui al 31 dicembre 2012 quando scadrà il termine delle gare internazionali per l’affidamento definitivo, alla costruzione di una struttura consortile regionale e di mettere in campo tutto il sistema di verifiche necessarie rispetto alle imprese interessate e alla filiera degli appalti. E’ una proposta di chiarezza, di rendere trasparente i processi, di evitare che continui sotto mentite spoglie l’attuale invadenza della politica, di evitare altresì che la camorra trovi una nuova gallina dalle uova d’oro su cui fare affari. Occorre il coinvolgimento attivo dei soggetti istituzionali nel fare quello che compete loro: programmare i servizi pubblici essenziali. La CISL di Caserta lavorerà con determinazione per rendere fattuale questa prospettiva.