Un buco nell’acqua. Sul piano politico Gennaro Oliviero e i suoi già stavano sotto la doccia dopo una sconfitta cocente. Ora arriva la bocciatura anche sotto il profilo giuridico. I giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione civile, hanno stabilito che è venuto meno il motivo del contendere del ricorso contro la platea degli iscritti del Pd di Caserta. Il presidente del consiglio regionale della Campania, regista del blitz contro il partito, aveva chiesto ai giudici di bloccare il tesseramento, più che dimezzato dalla commissione nazionale del congresso che aveva ridotto a 3.200 il numero degli iscritti di Terra di Lavoro arrivato addirittura a quota 6.800. Un doping scandaloso. Cinque circoli e quasi 7mila tesserati. Più voti che iscritti. Solo negli ultimi due giorni utili per il tesseramento (31 gennaio) hanno aderito al Pd circa 2mila persone. Mille ogni 24 ore. Un’oscenità. Da Roma giustamente era arrivato l’altolà. La commissione nazionale è intervenuta con un taglio netto. Un colpo di scure riportando la platea degli iscritti a una dimensione accettabile. E soprattutto molto più aderente all’effettivo radicamento dei dem nel Casertano: 3.200 tessere. Una decisione avallata dalla commissione regionale presieduta da Franco Roberti e da quella provinciale capitanata da Francesco Gatto. I giudici sammaritani – è giunto a Caserta anche Walter Verini, tesoriere nazionale dei democrati – hanno fatto rilevare ai ricorrenti che in seguito alla revoca della platea degli iscritti (provvedimento assunto dalla provinciale e dal nazionale) il ricorso di Oliviero e company è stato svuotato dal punto di vista giuridico. Da qui il rinvio dell’udienza di oggi al 28 febbraio. Se ne riparlerà dopo le primarie di domenica prossima. Ma l’esito appare scontato: i magistrati decreteranno il definitivo venir meno della materia del contendere. Tesseramento congelato, ricorso inutile. La platea degli iscritti sarà di nuovo vagliata dalle commissioni provinciale e nazionale. E il caso Caserta sarà archiviato. Entro oggi saranno indicati i seggi per votare alle primarie. Un’altra batosta per Oliviero che è andato di nuovo a sbattere contro il muro del buonsenso. Portare il Pd in tribunale è stato l’ultimo di una lunghissima serie di errori del timoniere del parlamentino campano. Risultato? Per colpa sua tutte le mozioni non avranno rappresentanti di Caserta nell’assemblea nazionale. Roma ha indicato i capigruppo di Senato e Camera Simona Malpezzi e Debora Serracchiani e i parlamentari Baruffi e Alfieri. Un disastro politico. Ovviamente griffato Oliviero.

Mario De Michele

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