Il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, dovrà restare agli arresti domiciliari. La Cassazione ha infatti confermato l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Firenze che ne disponeva la custodia cautelare a casa, rigettando così sia il ricorso dei legali di Schettino, che chiedevano la revoca del provvedimento, sia quello della Procura di Grosseto, che sollecitava, invece, il ripristino della custodia cautelare in carcere. Insomma un doppio “no” da parte della IV sezione penale, sia all’accusa che alla difesa, e un accoglimento della richiesta del sostituto pg della Cassazione, Vincenzo Geraci, che stamani, nel corso dell’udienza svoltasi a porte chiuse, aveva appunto chiesto il rigetto di entrambi i ricorsi. Un’udienza lunga, quella presieduta oggi dal presidente di sezione Pietro Antonio Sirena, durata quasi tre ore prima che i giudici si riunissero, poi, in camera di consiglio (per il resto del pomeriggio) per prendere una decisione.

Secondo il ricorso della Procura di Grosseto sussistevano ancora il pericolo di fuga e inquinamento delle prove per il comandante Schettino, per questo era necessario il fermo in carcere. Non così per la difesa del comandante, rappresentato dall’avvocato Bruno Leporatti, secondo il quale – non essendoci nessun pericolo di inquinamento delle prove – a Schettino andava revocato il provvedimento. E in Cassazione, fin da stamattina lo stesso Leporatti conversando con i giornalisti ha fatto sapere come il suo assistito attendesse con fiducia la decisione e ribadito il massimo rispetto per qualunque decisione: “Schettino ha la massima fiducia e rispetto dei giudici – ha detto l’avvocato – certo, si rende conto della situazione particolare che si è creata soprattutto sotto il profilo mediatico”. Un’attenzione, quella dei mass media, ha notato Leporatti, che ha reso il comandante anche oggetto di astio, ma non tra i parenti delle vittime e i sopravvissuti al naufragio: “ho trovato maggiore disponibilità a comprendere da parte di alcuni familiari delle vittime piuttosto che da soggetti che si proclamano danneggiati – ha raccontato -. Il marito di una giovane signora deceduta non ha avuto con noi alcuna animosità: certo, si domanda cosa è successo e perché. Anche la mamma della piccola Dayana non ha usato parole contro Schettino”. La decisione della Cassazione è stata commentata con poche parole dal procuratore di Grosseto Francesco Verusio: “Preferisco aspettare e leggere le motivazioni. Comunque è stata riconosciuta la validità dell’impianto accusatorio”, ha detto. “Di certo sarebbe stato assurdo metterlo fuori”. Un esito, quello della conferma dei domiciliari, che a casa Schettino era atteso, nonostante la fiducia manifestata dal difensore. Carlo Sassi, amico di famiglia dell’ex comandante della Costa Concordia, ammette che “non c’erano troppe speranze”, anche se a Meta in molti si aspettavano una decisione diversa.

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