Biciclette accatastate come fosse un deposito per le due ruote. Libri trafugati. Parti di mostre storico-artistiche mancanti. E immondizia sparsa dappertutto. Sono un oltraggio alla cultura e alla civiltà le condizioni in cui è stata trovata la sede di Atella dell’Archeoclub d’Italia. A denunciare su Fb l’accaduto i soci di una delle associazioni locali più prestigiose del panorama nazionale. Il sodalizio è ospitato nella Casa delle Arti a Succivo. Qui è stata autorizzata temporaneamente anche l’attività dello Spaccio Culturale di Arci. Ma gli esiti della coabitazione sono stati devastanti. Le immagini pubblicate ieri sui social dai componenti dell’Archeoclub d’Italia dicono più di tante parole (foto in basso). Immediata e perentoria la denuncia del presidente dell’associazione Antonio Tanzillo e dei membri dell’associazione. “Vergognatevi! A coloro che promettono, a parole, la democrazia contro ogni forma di “fascismo”, ma che nei fatti si comportano da “fascisti in pectore”, al di là di ogni decenza relazionale, è dedicato questo mio post, esortandoli a farne memoria affinché queste protervie e tracotanze non si verifichino più! Di questi attori non ne farò menzione, anche perché parlano, chiaramente, i loro totem tanto ostentati. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) i miei occhi e quelli dei soci non potevano capacitarsi del vilipendio oltraggioso che ha subito la nostra sede. Le foto allegate mi aiuteranno a descrivere, oggettivamente quanto è occorso. La sede è stata abusata, vilipesa, danneggiata e soprattutto oltraggiata! Ridotta a deposito di biciclette è poco, filiere di libri e parti di mostre scomparsi, disordine e sporcizia ovunque!”.

Antonio Tanzillo

Gli “attori” di cui non fa menzione Tanzillo sono i soliti noti: i protagonisti del “volontariato affaristico”. Coloro i quali hanno fatto soldi a palate capitalizzando al massimo il finto impegno sociale per scopi di lucro. Basterebbe dare un’occhiata fugace alle loro dichiarazioni dei redditi per comprendere che dietro al volontariato di facciata si cela un business di milioni di euro. Tutto in famiglia. Qualche briciola al cerchio tragico. Un associazionismo imprenditoriale coperto dalla politica e dalle istituzioni. Roba da voltastomaco tollerata, non si capisce il perché, dalle autorità competenti. A pagarne le spese i sodalizi seri come l’Archeoclub d’Italia. “Cinquant’anni di attività di volontariato culturale calpestati nel nome di chi e che cosa, vorrei sapere? Come si vi siete permessi e chi ve lo ha permesso?”, si chiedono giustamente Tanzillo e i soci dell’Archeoclub d’Italia. Che nel post aggiungono: “Per tali ignobili comportamenti attendo la partecipazione, con la deprecazione dell’evento e lo stigma dell’oltraggio, in primis, del sindaco di Succivo e a seguire quella dei sindaci di Sant’Arpino e di Orta di Atella, nonché da coloro che hanno sostenuto queste “persone e le loro organizzazioni industriali dell’associazionismo di mestiere “a paladini dell’ormai distrutta identità atellana”. Non ci fermeremo e non ci fermerete in nessun modo, da domani torneremo a sistemare la nostra sede”.

Dai sindaci di Succivo, Sant’Arpino e Orta di Atella non sono arrivate condanne. Neppure frasi di circostanza. Nessuna voce critica si è levata dai cittadini, al punto che i componenti dell’Archeoclub d’Italia hanno scritto sotto al post: “Non abbiate paura di scrivere un vostro commento, siamo in uno Stato che garantisce il diritto di parola a tutti”.

Un’omertà allarmante. Il sintomo di una coscienza popolare ormai assuefatta a tutto. E la conferma di un “sistema” talmente ramificato da incutere paura.

Mario De Michele

LE FOTO PUBBLICATE DA ARCHEOCLUB ITALIA

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