Angelo Brancaccio

Era già tutto previsto. Giovanna Migliore abbocca all’amo lanciato da Angelo Brancaccio e compie un altro salto carpiato con avvitamento tornando in maggioranza dopo il passaggio all’opposizione deciso meno di un anno fa. Nell’ultimo mese l’ex fascia tricolore, a braccetto con Gianfranco Piccirillo, cugino del sindaco Antonino Santillo e cognato dell’assessore fantasma Annalisa Cinquegrana, ha recuperato due pezzi per continuare a tenere in piedi la traballante squadra di governo. Prima l’assessorato ai Lavori pubblici al sarto Antonio Chianese, consigliere di maggioranza con forti mal di pancia, poi la cooptazione di Migliore, componente assieme a Imma Liguori del gruppo di minoranza Scelta Civica. Due mosse prevedibili, anzi scontate, che però delineano un nuovo quadro consiliare a sostegno di Santillo comunque basato su numeri risicati. Del resto l’obiettivo di Brancaccio e Piccirillo è ormai di dominio pubblico: non è amministrare, come dimostrano i primi 2 anni e mezzo di mandato, ma portare a casa 2-3 punti di interesse, tra cui il supermercato nell’ex area Leanza, i Pip del comparto di fronte all’hotel Silverado e la ripulitura urbanistica di qualche palazzo svizzero-ortese, oltre alla speranza di utilizzare il via libera al piano per le assunzioni per sistemare a vita qualcuno o qualcuna con un bel posto fisso. Come già ampiamente detto e più volte scritto il proseguo dell’amministrazione comunale è positivo e chiarificatore: farà venire a galla le vere intenzioni di chi si ostina a non mollare l’osso. Meglio così.

Antonino Santillo e Pasquale Pellino

Certo, non è una buona notizia per i cittadini, stremati da un team di non-governo che tira a campare. Nel frattempo il sindaco Santillo intasca 4.140 euro al mese e il suo vice Pasquale Pellino beneficia di uno stipendio di 2.277 euro. Nonostante che il prezzo da pagare sia alto, al termine dell’attuale esperienza amministrativa la collettività avrà almeno uno scenario solare di chi ha lavorato per i propri interessi e di chi si è impegnato per l’ormai celeberrimo “bene di Orta di Atella”. Un’affermazione di principio, divenuta via via uno slogan buono per tutte le stagioni, sbandierato anche da Migliore per giustificare il suo ennesimo salto della quaglia. “La decisione di rientrare in maggioranza – ha affermato sugli organi di stampa – nasce dalla consapevolezza che è all’interno di questo perimetro che si ha la reale possibilità di incidere sulle scelte, orientare le decisioni e contribuire in modo concreto al miglioramento della vita della nostra comunità. Restare ancorati a posizioni che non consentono di produrre risultati non risponde al mandato che i cittadini mi hanno affidato”.

Forse Migliore avrà dimenticato che ha già fatto parte della maggioranza per i primi 18 mesi di mandato. Durante quel periodo non si sono registrati suoi atti o fatti di rilievo volti “al miglioramento della vita” degli ortesi. Basta chiedere ai cittadini per un’ulteriore conferma. “Il mio ritorno in maggioranza – ha aggiunto Migliore – non equivale a un’adesione passiva o a una rinuncia alla funzione di controllo. Non esistono automatismi né sudditanze politiche. Continuerò a vigilare sull’operato dell’amministrazione, a sollecitare trasparenza ed efficacia e a intervenire ogniqualvolta sarà necessario, sempre nell’interesse del paese”.

Come un ritornello stonato torna lo slogan trito e ritrito del presunto “interesse del paese”. E come sempre sembra che nei primi due anni e mezzo gli amministratori locali abbiano vissuto sulla luna o siano stati turisti svedesi in gita ad Orta di Atella. Ad esempio, sul tema della trasparenza, richiamato da Migliore, non ricordiamo sue prese di posizione sui contributi a pioggia a parenti, amici e amici degli amici nell’ambito dei progetti a favore dei minori, rendicondati con scontrini e fogliettini di carta straccia. Nel primo anno furono stanziati fondi addirittura all’associazione dell’assessore al ramo Pellino. Forse Migliore era distratta. Ora che è più attenta ha deciso di sostenere Pellino e la maggioranza. Ovviamente per il “bene di Orta di Atella”.

Giovanna Migliore

“Credo – ha concluso la consigliera tornata in maggioranza – in una politica che sappia assumersi responsabilità, anche quando comporta scelte complesse. Il mio impegno resta quello di lavorare con serietà, coerenza e spirito costruttivo, contribuendo dall’interno a rafforzare l’azione amministrativa e a rispondere in modo concreto ai bisogni della comunità”. Un sincero in bocca al lupo, nel vero senso della parola, a Giovanna Migliore. Il suo ritorno all’ovile non sorprende. Era nell’aria. I suoi rapporti personali con Brancaccio sono sempre stati ottimi. Ora si consolideranno. Ciò che sconcerta è come sia possibile che un ex sindaco condannato a 8 anni di carcere per associazione mafiosa, uscito di galera appena 4 anni fa e interdetto a vita dai pubblici uffici, continui a essere il “dominus” indisturbato dell’amministrazione comunale. Succede solo a Orta di Atella, avrebbe detto qualche tempo fa Piccirillo sui social. Ora che si è riappacificato con Brancaccio ed è tornato a mantenere i fili della politica locale non lo scrive più. Ovviamente per il bene del paese. Che lo diciamo a fare?

Mario De Michele

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