Giovanna Migliore

Da un lato Angelo Brancaccio ha recuperato due pezzi per mantenere in piedi il traballante castello di carta della maggioranza con l’assessorato ai Lavori pubblici al sarto Antonio Chianese e il ritorno all’ovile di Giovanna Migliore che ha lasciato l’opposizione dopo meno di un anno. Dall’altro l’addio di Maria Marsilio, responsabile del settore finanziario che ha preferito andare a lavorare ad Arzano pur di non navigare nelle acque tumultuose e fortemente a rischio del comune atellano. Gli ultimi sviluppi politico-amministrativi sono lo specchio della situazione paradossale in cui versa la squadra di non-governo. Mentre Brancaccio e company hanno fatto di tutto per non mollare l’osso e mangiarsi anche il panettone e banchettare al cenone di Natale e di Capodanno la funzionaria di Succivo ha optato per un ente molto più distante da casa sua per non calpestare il campo minato ortese. Di solito i dipendenti comunali si spostano nelle pubbliche amministrazioni più vicine alla propria residenza. Ad Orta di Atella accade il contrario. Se ne vanno quanto più lontano possibile per fare sonni tranquilli.

Antonino Santillo e Angelo Brancaccio

Nel febbraio scorso Marsilio, letteralmente esasperata da una gestione allegra, si era addirittura licenziata. Aveva deciso di rinunciare al posto fisso pur di uscire dalla mischia. Un caso unico in Italia che in qualsiasi altro comune del mondo avrebbe fatto clamore e indotto a una riflessione seria. In un ente locale normale, dove esistono uno straccio di politica e una parvenza di regole si sarebbe sollevata una selva di domande a cui dare risposte, si sarebbero accesi i riflettori ovunque. Ad Orta di Atella tutto è passato in cavalleria, come se la città fosse diventata un’enclave, uno Stato a parte, abbandonato da dio e dagli uomini. Come sempre, purtroppo per i cittadini evidentemente colpiti da una maledizione, non è successo nulla. Si è fatto buon viso a cattivo gioco. Nel frattempo Marsilio ha partecipato e vinto il concorso ad Arzano e dallo scorso 28 dicembre ha fatto i bagagli e ha piantato baracca e burattini nel comune napoletano sloggiando con gioia da Orta di Atella.

Antonino Santillo e Gianfranco Piccirillo

Più che lamentarsi in continuazione per la carenza di personale gli amministratori locali dovrebbero chiedersi perché negli ultimi due anni e mezzo hanno salutato il comune quasi tutti i funzionari, in particolare quelli operativi durante il commissariamento prefettizio dell’ente. Ovviamente nessuno si è posto il problema. L’unico sforzo del sindaco Antonino Santillo, di suo cugino Gianfranco Piccirillo e dei brancacciani è stato rivolto a rimettere assieme i cocci di una maggioranza impegnata esclusivamente a tirare a campare. Perché si vuole andare avanti a tutti i costi? Perché non si è aperta una crisi politica alla luce del sole? Perché si persevera in comportamenti tipici degli anni del cemento? Sono interrogativi che dovrebbero varcare i confini della politica e allarmare le istituzioni sovracomunali e la autorità competenti. Invece tutto tace, tutto si ripete come se fosse ordinaria amministrazione.

Anche dal fronte dell’opposizione consiliare non si registrano segni di vita da più di due mesi. Se tutto si è fermato per le regionali niente si è mosso dal post voto, che risale ormai al lontano 23 e 34 novembre, ad oggi. La minoranza presente in assise e i movimenti politici che la sostengono si sono totalmente eclissati. Non si comprende perché non si avvii un chiarimento per stabilire la rotta, per gettare le basi per un’alternativa seria e credibile. Gli unici a mostrare segni di vita sono stati i gruppi extra-consiliari Agorà, Città Visibile e Pd che sono intervenuti sullo scontro tra Santillo e l’organo straordinario di liquidazione (Osl) e sulla nomina di Francesco Petrella, caso sollevato da Italia Notizie, a commissario ad acta sulla richiesta di licenza edilizia della famiglia Damiano per costruire un supermercato nell’ex area Leanza. Dopo una puntata della nostra inchiesta sulla zona dismessa Petrella, avvocato di fiducia “storico” di Brancaccio e presidente dell’Acquedotti in quota ex sindaco, ha rinunciato all’incarico “per motivi di opportunità”.

Andrea Villano

Su questioni di indubbia rilevanza politico-amministrativa Orta al Centro, Fare Democratico e Scelta Civica non hanno proferito parola. Nel frattempo il gruppo consiliare RinnoviAmo Orta ha abbandonato la maggioranza. Un significativo elemento di novità che avrebbe dovuto aprire immediatamente un tavolo nel versante della minoranza. Ma neppure questo scossone ha smosso le acque nell’opposizione. Che altro deve avvenire per assumere una posizione chiara? A distanza di oltre un mese dal voto i postumi delle regionali non sono più una giustificazione plausibile.

L’immobilismo genera confusione e alimenta sospetti. Se ci sono altri consiglieri di minoranza che si sono rivoltati su sé stessi e che vogliono tornare con Santillo e Brancaccio o che hanno intenzione di fornire un appoggio esterno per tenere in vita la maggioranza lo dicano apertamente. I cittadini hanno il sacrosanto diritto di conoscere gli autori e i complici del disastro amministrativo. Giocare a nascondino o restare nell’ambiguità equivale a essere correi. Chi gioca su più tavoli abbia almeno la dignità di assumersi le proprie responsabilità. Prendere in giro la popolazione è la scelta peggiore da fare. Tanto prima o poi la verità verrà a galla.

Mario De Michele

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