NAPOLI – “Non è possibile andare avanti così. L’Asia, nel travaso dei rifiuti dalle camionette ai compattatori, non può continuare a sommergere Piazza Carlo III di percolato e nemmeno si può pensare di risolvere la questione spostando il problema altrove. Sotto lo sguardo rassegnato dei cittadini che vivono nella zona, si consuma l’ennesimo attentato ad una delle piazze storiche più importanti di Napoli. La piazza, infatti, invece di essere riqualificata, continua a versare nel più totale degrado” ad affermarlo è il Capogruppo dell’Udc al Consiglio Comunale di Napoli, David Lebro .
“Piazza Carlo III, che accoglie Palazzo Fuga e che per la sua posizione strategica rappresenta un importante punto di snodo tra 2 nevralgici boulevards cittadini, via Foria e corso Garibaldi, quest’ultimo un vero e proprio centro commerciale naturale, non può continuare – spiega Lebro- a soffrire del profondo abbandono in cui è stata calata. Prima vetrina della città che si offre ai turisti che arrivano dall’aeroporto di Capodichino, questa non può continuare ad offrire lo spettacolo indecoroso di decine di clochards che la utilizzano come orinatoio pubblico. L’attenzione – sottolinea Lebro-, che lo scorso mese di Aprile l’Assessorato alle Politiche sociali ha dimostrato indicendo una conferenza dei servizi nella quale ha ascoltato le istanze del comitato civico Carlo III e della IV Municipalità, non ha innescato ancora nessuna procedura che faccia sperare in una reale volontà di recupero della Piazza in questione.
Lo stesso Comitato civico -continua Lebro-, con il sostegno della III e della IV Municipalità, ha già presentato una serie di iniziative volte alla riqualificazione integrale della Piazza ma senza un programma di interventi, dei quali dovrebbe farsi carico l’Amministrazione, queste corrono il rischio di rimanere solo buone intenzioni”.
“L’auspicio -conclude Lebro- è che l’Amministrazione comunale possa dare la dovuta attenzione alla questione inserendola al centro delle priorità e ordinando agli uffici competenti di attuare al più presto un concreto piano di recupero ”.