CAPODRISE – Nell’ambito del progetto “Percorsi di Bellezza” è stato presentato, nella serata di venerdì 15 giugno scorso, presso il Palazzo delle Arti del Comune di Capodrise, il libro “Giacomo Gaglione – La pienezza della gioia nella riscoperta del senso del dolore” di don Antonio di Nardo. Al tavolo dei relatori, di fronte ad un folto pubblico, erano presenti: il dottor Angelo Crescente, Sindaco della città, don Eugenio Fizzotti, Ordinario di Psicologia, S. Ecc.za Mons. Pietro Farina, Vescovo di Caserta e l’autore.

Al centro della conferenza, quindi, la vita esemplare di Giacomo Gaglione, a cinquant’anni dalla morte. Una vita condotta per mezzo secolo costretto in un corpo rigido su una sedia a rotelle, dopo che una diagnosi crudele di paralisi totale aveva stroncato le sue speranze di giovane brillante. Dopo una naturale reazione di rifiuto della croce che si prospettava nella sua vita di iperattivo sedicenne, Giacomo accettò di recarsi a San Giovanni Rotondo e lì incontrò Padre Pio da Pietrelcina, che operò in lui un “vero e proprio intervento chirurgico”, poiché, come riferì lo stesso Giacomino: “… mi levò una testa e me ne mise un’altra”. Giacomo, quindi, uscì dal colloquio con il Padre raggiante di gioia. Padre Pio gli profetizzò la santità dicendogli: “Giacomino, Giacomino, non avrai le gambe ma un giorno sarai conosciuto in tutto il mondo”. Questa profezia, a cinquant’anni dalla morte, si sta avviando verso la concretizzazione poiché Giacomo, non solo ha condotto la sua vita di sofferenza accettando la croce, ma ha anche alleviato le sofferenze degli altri ammalati, confortandoli attraverso l’opera dell’ “Apostolato della Sofferenza” da lui fondata e attraverso il periodico “Ostie sul Mondo”, nonché attraverso lettere da lui scritte – al ritmo di 3000 all’anno, per essere presente alle pene altrui. Belle parole per presentare il testo, nel quale viene presentata nei dettagli anche la vita in famiglia di Giacomo Gaglione, sono state espresse dal Vescovo Farina, il quale ha manifestato anche la necessità di attualizzare la vita e l’opera del Venerabile, e di contestualizzarla nel mondo giovanile, oggi così lontano dalle rinunce! Monsignor Farina ha elogiato, inoltre, il Sindaco Crescente per le belle iniziative culturali, atte a coinvolgere la popolazione, di cui si fa portavoce grazie alla sua particolare sensibilità. “Parlando della sofferenza – ha detto don Eugenio Fizzotti delineando la vita di sacrificio estremo di Giacomo Gaglione – si è soliti pensare alla sofferenza fisica, quello che si può lenire con interventi di tipo farmacologico o comunque di tipo medico. Ma non si può ignorare che la sofferenza non è mai soltanto fisica, soprattutto quando si tratta di qualcosa di serio o grave; ed è impossibile restare indifferenti dinanzi alla sofferenza, propria e degli altri poiché l’uomo è esistenzialmente coinvolto e invitato a prendere posizione”. Ma il Venerabile Gaglione è andato oltre, e nonostante la pluridecennale condizione di paralisi, si è donato totalmente alla sofferenza altrui ed ha vissuto con estrema sincerità il dono della sapienza, il dono della scienza, il dono del consiglio, il dono dell’intelletto, il dono della pietà, il dono della fortezza e il dono del timor di Dio. In tale ottica Giacomo Gaglione è da considerarsi messaggero della vita e testimone entusiasta della forza di santità.

 

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