NAPOLI – Il grido di protesta questa volta si alza da tutti i capoluoghi d’Italia: “No a un sistema sanitario povero per i poveri”. E con questo slogan, anche a Napoli, all’Ordine dei medici, si apre un nuovo Sanità day. L’ennesimo Sanità day, ancora una manifestazione organizzata da tutte le sigle sindacali di settore per protestare contro “il progressivo smantellamento del servizio sanitario pubblico”.
E primi a salire sul banco degli imputati sono i politici locali e nazionali etichettati come “incapaci e inutili”. E nell’aula affollata dell’Ordine sono proprio le sedie vuote riservate agli esponenti politici quelle che fanno montare maggiormente la rabbia. Tra i più duri c’é proprio il presidente provinciale dei camici bianchi, Bruno Zuccarelli: “se queste persone non sono in grado di prendere decisioni che si facciano da parte – dice – Sono preoccupato come medico e come paziente”. Rincara la dose il Sindacato medici italiani. “C’é una totale mancanza di idee – dice il vicesegretario regionale dello Smi, Salvatore Marotta – Dirigenti, medici e personale sanitario brancolano nel buio. E invece gli ospedali vanno trasformati con grande urgenza e il territorio deve essere riorganizzato. Nei presidi bisogna puntare sull’intensità delle cure e sull’urgenza, in modo che la medicina territoriale sarà libera di integrarsi in maniera più funzionale ai bisogni del sistema sanitario e dei pazienti. Ma per ora nulla di tutto ciò si sta facendo e i medici non possono garantire più la tenuta del servizio sanitario pubblico”. Questa giornata di mobilitazione – dice il segretario regionale dell’Anaao-Assomed, Fulvio Esposito – è a difesa del dettato costituzionale che prevede per ogni cittadino, indipendentemente dal proprio censo, il diritto a un sistema sanitario pubblico che non deve cambiare pelle andando verso forme di privato profit” “La politica non è in grado di dare risposte – dice il segretario regionale dell’Aaroi-Emac, Giuseppe Galano – E’ un problema che riscontriamo con tutti indistintamente, sia con esponenti del centrodestra che con quelli di centrosinistra” “La verità è che non sanno che pesci prendere – dice il segretario regionale della Cimo-Asmd, Antonio De Falco – Evidentemente non hanno a cuore la sanità e i risultati si vedono. In alcuni presidi non ci sono nemmeno più le energie umane per fare i turni. Ci sono casi in cui invece di lavorare 38 ore a settimana si lavora anche 55 ore. E si continua a parlare di tagli”. “Il governo – dice il coordinatore area medica Uil, Raffaele Tortoriello – esca della sue stanze ed ascolti i consigli di chi di sanità ne tratta tutti i giorni sulla propia pelle”.