Il film ‘Diaz’ “dovrebbe avere una distribuzione nelle scuole. Stiamo facendo il possibile affinche’ il film possa avere una distribuzione capillare negli istituti, ed il fatto che non sia stato vietato neanche ai minori di 14 anni ci aiuta”. Il regista Daniele Vicari, ospite del Giffoni Film Festival, ha incontrato i giovani giurati della manifestazione. “In via eccezionale il divieto non e’ stato imposto perche’ i fatti che racconto sono tratti da atti di processo”, ha detto ancora.
“Ho la sensazione che la commissione di censura abbia valutato attentamente questo aspetto ed evitato di censurare il film che nella maniera piu’ chiara ed onesta parte da fatti e documenti reali, che poi ha portato alla condanna dei responsabili di questi fatti”, ha sostenuto Vicari. “Per descrivere una vicenda cosi’ complessa come quella successa a Genova, ho seguito lo stesso procedimento narrativo letto nei verbali dei Pm, sono tanti racconti spezzati che seguono i diversi soggetti”, ha affermato Vicari, riferendo che Ettore Scola, dopo aver visto il film, mi “ha detto che la mia descrizione gli ha ricordato la modalita’ narrativa di ‘The Killing’ di Stanley Kubrick. Ne sono onorato”, ha detto il regista. “Su Diaz, non ho risentimenti ma sono molto perplesso – ha aggiunto il regista – Sia la vicenda Diaz che l’episodio dei condannati dai 10 ai 14 anni di prigione per fatti di strada sono il risultato di 11 anni di mala gestione di tutta la vicenda, sono insoddisfacenti sotto tutti i punti di vista. La verita’ storica non e’ mai stata scritta perche’ la classe dirigente di questo Paese non si e’ assunta la responsabilita’ di chiarire quali sono i nodi profondi che hanno portato a quel disastro”. “Provo tristezza e perplessita’ perche’ in realta’ tutti i fatti di sangue peggiori della vicenda non sono stati sanzionati ma prescritti – ha concluso Vicari – Credo che la democrazia abbia bisogno di un presidio continuo, a Genova per qualche giorno non c’era nulla di simile ad una democrazia. Queste vicende sono gravi ed e’ importante che anche il cinema non faccia calare l’attenzione su questi eventi”.