Arroccata su una collina, la romantica Madonna della Libera, splendida chiesa romanica di Aquino, nel frusinate, lo aspettava da ormai da 21 lunghissimi anni. Oltre quattro lustri di ricerche e di foto in bella vista nella lista delle opere d’arte piu’ ricercate d’Italia.
Alla fine, problemi di vigilanza permettendo, tornera’ a casa scortata dai militari della Guardia di finanza il Sarcofago delle Quadrighe, capolavoro romano in alabastro del III secolo dopo Cristo, celeberrimo e prezioso per la serie di altorilievi che raccontano con incredibile pathos una corsa di quadrighe al Circo Massimo. La sua sparizione, nel ’91, fece non poco scalpore, anche perche’ fu un in realta’ un doppio furto. Venuto alla luce alla fine dell’800, il sarcofago era dal secondo dopo guerra il preziosissimo altare della chiesa. I ladri lo portarono via approfittando dei lavori di ristrutturazione. Spari’ una prima volta in agosto, ma fu quasi subito recuperato e riportato al suo posto. I ladri pero’ tornarono una seconda volta, nella notte fra il 2 e il 3 settembre del ’91. E da allora se ne erano perse le tracce. Del ritrovamento, avvenuto l’estate scorsa a Londra, si sapeva da qualche mese: lo aveva annunciato il sindaco di Aquino, Antonio Grincia, nel novembre del 2011. Manco a dirlo il sarcofago era nella collezione di Robert Hecht, uno dei piu’ famosi e potenti antiquari americani, il cui nome e’ stato tante volte legato alle storie di traffici di opere d’arte (e’ stato lui a vendere al Met di New York il vaso di Eufronio poi restituito all’Italia nel 2008). Pare che il collezionista l’avesse comprato, proprio nel ’91, pagandolo oltre un miliardo di lire. Sotto processo in Italia dal 2005, Hecht aveva cominciato a trattare per la restituzione di alcune delle opere in suo possesso, tra cui il sarcofago. Morto lui, a febbraio di quest’anno, e’ stato il suo esecutore testamentario a prendere contatto con l’avvocatura di Stato italiana. E’ cominciata cosi’ la trattativa per la restituzione, condotta dall’avvocato di Stato Maurizio Fiorilli con gli uomini della Guardia di finanza guidati dal maggiore Massimo Rossi e finita con la restituzione spontanea del reperto, che e’ stato consegnato dall’esecutore testamentario del collezionista all’ambasciata italiana. Ieri il rientro a Fiumicino, questa sera – dopo un veloce passaggio a Roma per la presentazione alla stampa – il ritorno ad Aquino. Gli uomini del maggiore Rossi lo restituiranno al parroco della Chiesa, dove riprendera’ il suo posto a meno che, per ragioni di sicurezza, non si decida di ospitarlo nel vicino museo. Intanto, le indagini della Guardia di finanza proseguono.