TORRE DEL GRECO – Una delegazione dei 22 lavoratori dell’hotel Sakura di Torre del Greco (Napoli) ha incontrato questa mattina presso la sede del Comune il sindaco, Gennaro Malinconico. Al centro del colloquio il futuro della struttura alberghiera, uno dei beni posti sotto sequestro la scorsa settimana perché riconducibile al gruppo della Deiulemar compagnia di navigazione, la società amatoriale dichiarata fallita lo scorso maggio dal tribunale di Torre Annunziata e per il cui crac sono state arrestate nove persone (cinque in carcere e quattro ai domiciliari).
La preoccupazione dei lavoratori è legata all’immediato futuro: “Al momento – spiegano i dipendenti che sono stati ricevuti dal primo cittadino – i conti correnti dell’albergo sono bloccati, ma attendiamo la nomina dell’amministratore giudiziario perché la situazione si sblocchi. Il grosso problema è che purtroppo in città si è diffusa la notizia, del tutto errata, che la struttura alberghiera sia stata chiusa. Non è così”. Per questo motivo i lavoratori hanno inteso coinvolgere anche il sindaco Malinconico, affinché “sensibilizzi l’opinione pubblica sulla vicenda”. Prima degli arresti e del sequestro della struttura (insieme a dieci navi e ad alcune partecipazioni societarie), i vertici aziendali avevano deciso di “chiudere l’albergo il prossimo 31 agosto – spiegano sempre i dipendenti – anche se in merito non era arrivata alcuna comunicazione”. Le novità giudiziarie potrebbero ora cambiare le cose, anche per questo – pur tra mille difficoltà organizzative – i dipendenti stanno continuando a lavorare. “Già alcuni mesi fa – fanno sapere ancora – altri lavoratori erano stati spostati presso un altro albergo, il nuovo Mercure di via Cesare Battisti, ultimato ma mai inaugurato”. Quest’ultimo albergo è conosciuto per essere stata la “base operativa” del censimento dei titoli obbligazionari non regolari svoltosi nei mesi scorso e promosso dall’ex amministratore unico della Deiulemar compagnia di navigazione, Roberto Maviglia, dopo “la scoperta dell’esistenza in circolazione di titoli non regolari”. Quel censimento aveva stimato in oltre 680 milioni di euro il passivo nei confronti degli investitori appartenenti a quello che lo stesso Maviglia aveva ribattezzato “mondo parallelo”.