NAPOLI – “Da avvocato penalista c’ero stata negli anni ’90 e ne ero uscita con una sensazione angosciosa. Oggi ho trovato una situazione cambiata anche se c’é ancora molto da correggere”. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha così fotografato al termine della visita di stamane, la situazione del carcere di Poggioreale, che resta il più affollato d’Italia.
“In molti padiglioni è stata fatta una ristrutturazione. Ho voluto visitare i padiglioni peggiori come il Roma e il Napoli indicati come gironi infernali. Ci sono muri scrostati, scale strette che richiedono una revisione urgente ma le celle sono ariose e pulite. E’ chiaro che in quei reparti vanno rifatte le docce, i gabinetti. Insomma c’é la disperazione del detenuto però pensavo di trovare una situazione molto peggiore”. L’impegno di dirigenti e personale di Poggioreale è stato definito dal ministro “straordinario”. “Quello che si fa con i pochi mezzi a disposizione ha del miracoloso”, ha detto la Severino. “Tutti dicevano – ha aggiunto – che a Poggioreale avrei trovato proteste. Non ho sentito insulti né parole di disperazione, ma applausi che non credo di meritare. Sentire gli applausi dei detenuti è una cosa che ti sconvolge e mi sono chiesta perché. Perché sto dando forse delle illusioni? O piccoli segnali di speranza a persone che li chiedono? Perché anche quella serve per superare la terribile esperienza del carcere”. Il ministro ha poi rivelato di essere rimasto particolarmente colpita da una frase scritta sul muro di una cella da un detenuto tanto da averla fotografata col telefonino: “se qui dentro non volete tornare, la malavita dovete mollare/ se poi non lo volete capire allora mettete in conto che qui dentro dovete morire”. “Parole straordinarie”, ha commentato spiegando che il detenuto le ha chiesta di poter frequentare la scuola per cuochi nel carcere della Gorgona.