FALCIANO DEL MASSICO – Il sindaco di Falciano ha revocato la sua giunta a ventiquattro ore dalla trattazione in camera di consiglio del ricorso proposto per l’annullamento della nomina dello stesso esecutivo che non prevedeva la presenza di assessori donne.
Ma l’atto del primo cittadino, lungi dall’esprimere una nuova consapevolezza del ruolo delle donne, hanno sottolineato le ricorrenti, “appare strumentale acchè il Tar Campania pronunci una sentenza in rito di improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse”. “In altri termini – ha spiegato l’avvocato Marco Longobardi, legale delle 17 ricorrenti – la revoca del provvedimento impugnato innanzi il Tar Napoli per evidente illegittimità, impedisce al giudice amministrativo una pronuncia nel merito, poichè allo stato non esiste più tale provvedimento. E’ evidente, dunque, che l’azzeramento della giunta è stato funzionale solo ed esclusivamente ad evitare la sicura pronuncia di illegittimità da parte del Tar, alla luce del consolidato orientamento giurisprudenziale formatosi in materia”.
“Sotto il profilo dell’opportunità – hanno poi sottolineato le donne di Falciano -, appare quanto mai strano che il Comune prima conferisce incarico ad un legale per la costituzione in giudizio, impegnando in delibera fondi per il compenso professionale di Zannini (padre del capogruppo di maggioranza consiliare) e poi, resosi definitivamente conto della debolezza della difesa, azzera la giunta”.
Sulla vicenda, dunque, le firmatarie ricorrenti – tra le quali ci sono Gianna Novelli, Paola Broccoli, Palmina Manica, Anna Iannalli, Concettina Indirizzi, Olimpia Azzurretti Rosida Baia cordinatrice provinciale del Pd e i rappresentanti dell ’Associazione Falciano Futura, i consiglieri Corrado Freddino e Igor Prata, i segretari di SEL Giuseppe Di Gregorio e del Pd Domenico Marino -, nel constatare “il perpetuarsi di una cultura politica discriminatoria e maschilista, censurano il comportamento pretestuoso e furbesco della amministrazione il Gabbiano, che non solo sfugge le regole democratiche, ma si sottrae artatamente al giudizio scontato della giustizia amministrativa”.