CASERTA – Indennità e gettoni di presenza dei politici casertani sono troppo elevati, rispetto ai valori tabellari individuati a livello statale, e rispetto ad altri comuni di dimensioni e popolazione paragonabili. Nel bel pieno del dissesto finanziario, in una città nella quale si chiede ai cittadini e alle famiglie di pagare le imposte con le aliquote massime, di vedersi ridotti al minimo i servizi, e di subire un elenco interminabile di disagi, tutto ciò è inaccettabile, se non altro per una questione di equità e di giustizia sociale.

Per questi motivi, i consiglieri di Speranza per Caserta hanno protocollato una proposta di deliberazione in cui è previsto il taglio di oltre il 50% dell’indennità di carica del presidente del Consiglio e dei gettoni di presenza dei consiglieri. Quest’atto fa seguito alle dichiarazioni della Consigliera Naim in occasione della discussione sul Bilancio durante il Consiglio Comunale del 13 settembre scorso (ancor prima, quindi, che deflagrasse lo scandalo della Regione Lazio), la quale aveva fatto osservare che “in un Comune in cui è stato dichiarato il dissesto finanziario, sarebbe stato preferibile – per  una opportunità politica ed etica – ridurre le indennità ed i gettoni dei Consiglieri“.

I consiglieri di Speranza, approfondendo la questione, hanno poi hanno scoperto che nel 2001 (Giunta Falco) il Consiglio Comunale all’unanimità (perché sorprendersi?) votò per un incremento di oltre il 100% di indennità e gettoni di presenza: ad esempio, i consiglieri passarono da 70 mila lire  ad oltre 80 euro. Il tutto, con spericolate acrobazie contabili, rese necessarie dall’articolata normativa in materia, che prevedeva la possibilità di incrementare le indennità in maniera proporzionale ai capitoli di entrate del bilancio comunale. Basti pensare che, se nel 2001, non fosse stato deliberato quell’incredibile aumento, in dieci anni il Comune avrebbe risparmiato oltre cinque milioni di euro. Poco, forse, di fronte alle cifre complessive del dissesto; ma tanto, come valore simbolico. Peraltro, nella proposta di deliberazione i consiglieri Apperti e Naim individuano anche una destinazione ben precisa per i risparmi che si otterrebbero, se si decidesse di approvarla: contrasto alle tossicodipendenze e percorsi di emancipazione per le donne vittime della tratta, da inserire nella programmazione del Piano Sociale di Zona del triennio 2013-2015.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui