PIEDIMONTE MATESE – Adottato il piano chioschi, che mancava, e si aggiunge a quello della cartellonistica e dei dehors o pedane. Una dotazione, per ovviare all’assenza della regolamentazione, anche per far fronte a strutture già da tempo esistenti, come viene specifica nella delibera ma anche in un’ottica di riqualificazione territoriale ed impulso alle attività economiche della zona , stando sempre alle motivazioni di base del regolamento per attività commerciali e/artigianali su suolo pubblico .

Ai fine del rilascio o meglio valutazione delle richieste che saranno presentate sarà attivata una commissione, permanente (aspetto qualitativo, normativo ed amministrativo formata dai settori comunali implicati Sono undici gli articoli dello schema regolamentare già esecutivo approvato dalla sola maggioranza. La progettazione dei manufatti da installare sarà compiuta dall’amministrazione comunale e poi messa a gara(era questo uno degli aspetti dello schema ripreso dalle scorse giunte Sarro) eventualmente con meccanismo migliorativo in riferimento al criterio-base per l’assegnazione quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, stando a quanto viene precisato nel regolamento composto da undici articoli e nato dopo che ha giunta ha promosso un atto di indirizzo all’ufficio tecnico che dovrà applicare lo schema elaborato che ha attinto parte del contenuto dalla documentazione che in merito adottò la giunta Sarro al secondo mandato ma senza portare a compimento il progetto amministrativo dei chioschi. “Attraverso tale progettazione-dice l’articolo 3, comma 1- il comune provvederà non solo ad individuare il numero ed i punti di localizzazione dei manufatti, ma si occuperà anche di definire le dimensioni e la tipologia architettonica dei manufatti da installare sul suolo comunale. Nell’ambito di tale progettazione, l’Amministrazione terrà in debita considerazione la preesistenza di chioschi insistenti a vario titolo sul territorio comunale, attraverso la previsione di impiantare almeno un chiosco sulle aree attualmente occupate o su aree limitrofe”.Un articolo da raccordarsi con le norme transitorie previste tra cui quella che : “Le abilitazioni alla occupazione di suolo pubblico (a qualunque titolo), o gravato da uso pubblico, scaturenti da preesistenti provvedimenti del Comune, siano essi atti di concessione o rispetto ad essi semplicemente prodromici, decadono all’atto della assegnazione della concessione interessante l’area attualmente occupata dal manufatto e le aree dovranno essere sgomberate dall’occupante entro tre mesi dalla assegnazione della medesima (concessione del Chiosco e dell’Area di pertinenza di cui all’art.5)”. Ai fini della procedura metodologica assume importanza un concetto quello di “ambito di intervento urbano” cioè contesti urbani individuati all’interno del territorio comunale di più antica formazione, in cui è possibile attivare un complesso di azioni coerenti e collegate al fine di conseguire un risultato unitario” e di “progetto d’ambito” vale a dire lo strumento attuativo dell’Ambito di Intervento Unitario a cui fa riferimento (piazza, via, sistema viario), e definisce l’entità complessiva delle superfici da destinare alle occupazioni di suolo pubblico i materiali e gli elementi qualitativi dei manufatti insediabili”. Pertanto “in funzione della zona interessata, si provvederà ad individuare “l’area di influenza” del manufatto o “Ambito di Intervento Unitario” ed a pianificarne in maniera univoca gli interventi di riqualificazione da attuare, nonché le modalità di realizzazione degli stessi”.

Michele Martuscelli

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